La tragedia consiste in un'opera teatrale dove gli argomenti trattati sono eventi dolorosi per i protagonisti. I personaggi erano re, regine e condottieri. Non erano mai persone comuni contrariamente alla commedia. Lo stile era solenne e il linguaggio elevato. Il termine tragedia signifca "canto per il capro", in riferimento al premio consegnato al vincitore o ai satiri di Dioniso, il dio della fertilità. Sappiamo, infatti, che le prime tragedie nacquero in Grecia dall'unione della poesia lirica e i culti di Dionisio. L’inizio delle competizioni è attestato tra il 535 ed il 533 ma si suppone che già in precedenza si svolgessero queste gare. L’allestimento delle opere teatrali era costoso (coro, costumi, scene). Le spese degli allestimenti gravavano sulla polis, che si curava di far accedere anche chi non poteva permetterselo. Il coro aveva un ruolo decentrato. Gli attori questi erano solamente uomini, a cui spettavano anche le parti femminili.
La commedia è un componimento teatrale, diventato anche opera cinematografica, che riesce a suscitare il riso. La commedia è solitamente a lieto fine e propone temi “leggeri”. La commedia è tra i generi teatrali più importanti dell’antica Grecia, anche se più recente della Tragedia. L’origine è poco conosciuta: Aristotele la lega ai canti che accompagnavano abitualmente le processioni dionisiache. Epicarmo può essere considerato il primo autore comico, ma la commedia greca è conosciuta principalmente per Aristofane, del quale sono giunte fino a noi undici commedie complete. A differenza della tragedia, il cui declino iniziò dopo la morte di Euripide, la commedia è riuscita a mantenere vitalità adattandosi a cambiamenti politici, culturali e sociali.