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Caterina, aquerello, 50x70, 1999

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Rene' Magritte

Lessines 1898 - Bruxelles 1966


Testo di Greta Pozzato



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L'uso della parola 1928-29, olio su tela, New York E' un dipinto raffigurante una pipa e, nella porzione inferiore, una ben chiara scritta: "Ceci n'est pas une pipe" cioe' "Questo non e' una pipa". Magritte , infatti, vuole sottolineare la differenza tra l'oggetto reale (la pipa) e la sua rappresentazione (la pipa dipinta). Ovviamente la pipa e la sua immagine non coincidono, non sono la stessa cosa; inoltre nessuno potrebbe mai fumare un pipa dipinta, quindi l'oggetto reale e la sua rappresentazione non hanno neppure le stesse funzioni. La spiegazione di Magritte contrasta l'impostazione didattica e afferma il contrario di cio' che ognuno pensa guardando quell'immagine dipinta. Crea cosi uno stato di shock. Il messaggio che il dipinto trasmette e' di tipo filosofico e invita a riflettere.
La bella prigioniera 1947, olio su tela, New York Nel dipinto sono rappresentati tre oggetti in riva al mare: una roccia,una tela dipinta posta su un cavalletto e una tuba infuocata. Nel dipinto Magritte fonde due tipici modi di generare poesia: stupore e problemi. Il primo si nota nel destino riservato alla tuba, in fiamme (l'oggetto e' stato decontestualizzato e ha subito modifiche); il secondo risiede nella possibilita' di vedere sia l'oggetto reale sia la sua rappresentazione pittorica. Infatti sulla tela e' raffigurato esattamente quello che e' al di la' di essa e che essa stessa ci nasconde: una porzione di spiaggia, di mare e di cielo tempestoso. Il paesaggio esiste simultaneamente nella mente di chi osserva,sia nella realta' sia sulla tela.
Le passeggiate di Euclide 1955, olio su tela,Minneapolis Al tema del quadro si aggiunge la doppia immagine del cono (la strada in prospettiva sulla destra e la copertura di un campanile merlato a sinistra) Nel dipinto, realizzato con precisione quasi fotografica, la geometria mostra un aspetto ludico e crea una sorta di magico gioco di parole visivo che procura piacere facendo scattare il nostro meccanismo di curiosita' e divertimento.
La battaglia di Argonne 1959, olio su tela,New York La visione e' mozzafiato poiche' vediamo un immagine roccia gareggiare con una nube dalla forma simile da riempire assurdamente un cielo al cui centro vi e' posta una falce di luna che ci assicura che e' tutto vero. Non sappiamo se la roccia sia in movimento o meno: nuovamente Magritte gioca con i nostri sensi. Infatti Magritte aggiunge alla roccia una qualita' (quella di potersi sollevare) ovvero quella di privarla del peso, sottraendola alla legge di gravita' cui essa e' soggetta.
Le grazie naturali 1963, olio su tela,Bruxelles < Quattro uccelli verdi sono, allo stesso tempo,anche foglie turgide in un ambiente semidesertico delimitato, in lontananza, da una catena montuosa. L' ibridazione, in questo caso la fusione di due entita' reali (uccelli e foglie), e' un ulteriore mezzo per produrre uno spaesamento. E' cosi che le foglie diventano esseri animati e gli uccelli partecipano alla vita vegetale, mentre, radicati a terra, sono privati dalla capacita' di volare. Quest'ultima osservazione genera tristezza e malinconia.
Gli amanti 1928, olio su tela Uno dei meccanismi utilizzati da Magritte, per giungere alla rappresentazione surreale, e' quello di coprire il volto dei personaggi ritratti per cancellarne l'identita'. Ai volti sovrappone delle colombe, a volte delle mele, in questo caso copre i due volti con due lenzuoli. L'effetto e' tanto piu sorprendente se, come in questo caso, i due personaggi si stanno baciando. La sensazione che ne deriva e' di malinconia per la crudelta' imposta ai due personaggi, ai quali viene negata la piena potenzialita' del gesto compiuto.
Il doppio segreto1927, olio su tela, Parigi Ancora una volta il pittore interroga quella che noi chiamiamo la realta'. Sullo sfondo di un paesaggio marino, il viso impassibile di un uomo (o di un manichino di cera) e' stato tranciato e spostato lateralmente. La lacerazione mostra una spaccatura profonda, molto diversa dal volto liscio, senza espressione ne' sguardo, che la dissimulava. La maschera e' stata proprio strappata, ma cio' che celava e' ancora piu misterioso e si rimane perplessi di fronte a questa ampia cavita' dalle pareti umide e scure, avvinte da sonagli (probabilmente legati a ricordi infantili e che ritornano spesso nelle opere del pittore)
La condizione umana1933, olio su tela, Washington Magritte dipinge una tela montata su un cavalletto. Il quadro raffigura un ameno paesaggio campestre con prati verdeggianti ed alberi. La vegetazione copre anche un colle delimitato dal cielo cosparso di candidi cumuli. Oltre si nota una finestra che inquadra lo scenario naturale dipinto sulla tela: la natura rappresentata quindi trapassa in quella "reale", nell'accezione pittorica, e si confonde con essa e viceversa. L'osmosi tra i due ambiti e' perfetta. L'olio potrebbe, a prima vista, essere interpretato come un virtuosismo illusionistico non molto dissimile dalle quadrature barocche. Tuttavia il titolo interviene per deviare l'attenzione dello spettatore su questioni concettuali ed ontologiche. L'arte mentale di Magritte, di la' dalla raffigurazione realistica ed attraverso di essa, pone quesiti sull'essenza della "realta'".