Appunti di Storia dell'arte

Dipartimento di Disegno e storia dell'arte del Liceo "Primo Levi" di San Donato Milanese

Marina Abramovic

Belgrado, 30 novembre 1946 -


Marina Abramovic, Fotografia del 2018

Ritmo 0

Ritmo 10, Edimburgo, 1973

Impoderabilia, Bologna, 1977

Art must be beautiful, 1975

Lips of Thomas

Ritmo 5

Marina Abramovic è un'artista serba nota per i suoi pezzi di performance d'avanguardia che usano il suo corpo sia come soggetto che come veicolo. Incorporando performance, suono, video, scultura e fotografia nella sua pratica, Abramovic ha compiuto atti pericolosi o estenuanti per indagare sulle sensazioni e sui suoi effetti, spesso con la partecipazione del pubblico.

"La funzione dell'artista in una società disturbata è di dare consapevolezza dell'universo, di porre le domande giuste e di elevare la mente", ha affermato. Nata il 30 novembre 1946 a Belgrado, in Serbia (ex Jugoslavia), Abramovic ha incontrato l'artista tedesco Ulay mentre viveva ad Amsterdam, la coppia ha continuato la loro collaborazione fino alla loro separazione alla fine degli anni '80.

Parte di un gruppo di artisti d'avanguardia, tra cui Vito Acconci e Chris Burden , che ha sperimentato l'utilizzo del proprio corpo come mezzo negli anni '70, Abramovic ha spinto fino al limite i confini fisici e mentali per esplorare i temi della trasfigurazione emotiva e spirituale.
Nel 2010, la sua popolare retrospettiva The Artist is Present è stata esposta al The Museum of Modern Art di New York

Marina è nipote di un patriarca della chiesa ortodossa serba, successivamente proclamato santo. Entrambi i genitori erano partigiani della seconda guerra mondiale: suo padre Vojin Abramovic fu un comandante riconosciuto, dopo la guerra, eroe nazionale; sua madre Danica, maggiore dell'esercito, alla metà degli anni sessanta fu nominata direttore del Museo della Rivoluzione e Arte in Belgrado.

La sua prima lezione di arte Marina la ricevette dal padre all'età di 14 anni: era il 30 novembre 1960; avendo chiesto al genitore di comprarle dei colori, lui si presentò con un amico il quale cominciò con il tagliare a caso un pezzo di tela, poi una volta steso a terra vi gettò sopra colla, sabbia, pietrisco, bitume, colori vari dal giallo al rosso, poi dopo aver cosparso il tutto con trementina collocò un fiammifero al centro della composizione e lo fece esplodere e disse: "Questo è il tramonto".

Dal 1965 al 1972 studia presso l'Accademia di Belle Arti di Belgrado. Dal 1973 al 1975 ha insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Novi Sad, mentre creava le sue prime performance. Nel 1974 viene conosciuta anche in Italia, dove presenta la sua performance, Rhytm 4, esposta a Milano, nella Galleria Diagramma di Luciano Inga Pin.

Nel 1976 lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia la collaborazione e la relazione (che durerà fino al 1988) con Ulay, artista tedesco. Nel 1997 vince il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia con l'esecuzione Balkan Baroque.

Ritmo 0
Si presenta al pubblico posando sul tavolo diversi strumenti di "piacere" e "dolore"; fu detto agli spettatori che per un periodo di sei ore l'artista sarebbe rimasta passivamente priva di volontà e avrebbero potuto usare liberamente quegli strumenti con qualsiasi volontà. Si era imposta tale prova in un tempo prefissato secondo una strategia di John Cage, adottata da molti altri artisti dell'esecuzione allo scopo di dare un inizio e una fine ad un evento non lineare.

Ciò che era iniziato piuttosto in sordina per le prime tre ore, con i partecipanti che le giravano intorno con qualche approccio intimo, esplose poi in uno spettacolo pericoloso e incontrollato; tutti i suoi vestiti vennero tagliuzzati con le lamette; nella quarta ora le stesse lamette furono usate per tagliare la sua pelle e dalla quale poter succhiare il suo sangue.

Il pubblico si rese conto che quella donna non avrebbe fatto niente per proteggersi ed era probabile che potesse venir violentata; si sviluppò allora, tra il pubblico, un gruppo di protezione e, quando le fu messa in mano un'arma carica e il suo dito posto sul grilletto, scoppiò un tafferuglio tra il gruppo degli istigatori e quello dei protettori. Mettendo il proprio corpo in condizione di farsi male, la Abramovic aveva creato un'opera artistica molto seria: "Affrontare le sue paure in relazione al proprio corpo"

Ritmo 5
Il numero "5" del titolo fa riferimento a una stella a cinque punte. Furono realizzate due stelle con assi di legno posizionate una dentro l'altra. Con quest'opera l'artista ha cercato di rievocare l'energia prodotta dal dolore, in questo caso utilizzando una grande stella intrisa di petrolio, che accende all'inizio della performance.
Rimanendo fuori dalla stella, la Abramovic inizia a tagliarsi i capelli e le unghie di mani e piedi. Terminata ognuna delle operazioni, inizia a gettare i ritagli nelle fiamme, creando ogni volta un'esplosione di luce. Bruciando la stella a cinque punte l'artista ha voluto rappresentare il concetto di purificazione fisica e mentale, riferendosi contemporaneamente all'appartenenza politica del suo passato.

Nell'atto finale della purificazione, Marina Abramovic salta attraverso le fiamme, spingendosi nel centro della grande stella. A causa della luce e del fumo che emana dal fuoco, l'osservatore non si rende conto che, una volta all'interno della stella, l'artista ha perso conoscenza a causa della mancanza di ossigeno. Alcuni membri del pubblico comprendono cosa è accaduto, solo quando le fiamme le giungono molto vicino al corpo. Un medico e vari spettatori intervengono per estrarla dalla stella.



Imponderabilia, 1977
In collaborazione con l'artista tedesco e suo compagno Ulay, Marina Abramovic mostra a Bologna presso la Galleria d'arte moderna la performance. Entrambi sono in piedi, nudi, ai lati di una stretta porta che consente l'ingresso nella galleria. Chi vuole entrare è costretto a passare in mezzo ai loro corpi, decidendo con imbarazzo se rivolgersi verso il lato del nudo maschile o verso quello del nudo femminile

Art must be beautiful, 1975
Nel corso di questa performance, l'artista si spazzola i capelli per un'ora con una spazzola di metallo nella mano destra e contemporaneamente si pettina con un pettine di metallo nella sinistra mentre ripete continuamente “L'arte deve essere bella, l'artista deve essere bello” fino a quando si sfregia il volto e si fa sanguinare la cute.

Balkan Baroque, 1997
Performance tenuta alla Biennale di Venezia in cui l'artista seduta su tonnellate di femori di bovino, li pulisce in modo ossessivo per 6 ore e 4 giorni, come atto di denuncia per la guerra in Jugoslavia.

The artist is present, 2010
Al MOMA di New York in uno spazio aperto in cui è collocato un tavolo e due sedie una a fronte dell'altra, l'artista seduta guarda i visitatori invitati a sedersi. La performance dura 736 ore. L'artista rimane sempre immobile. Soltanto quando si siede Ulay, il suo ex compagno, gli prende e stringe le mani

The cleaner, Firenze, 2018-19
Questa mostra retrospettiva, dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019 a Palazzo Strozzi ha ospitato oltre 100 opere offrendo una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, dagli anni Settanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e la riesecuzione dal vivo di sue celebri performance attraverso un gruppo di performer specificatamente formati e selezionati in occasione della mostra. Guarda anche
Guarda l'uomo che le spacca un quadro in testa
Guarda video comico con Virginia Raffaele e Fabio De Luigi

The house with the ocean view, 2002, New York
Esibizione tenuta alla Sean Kelly, New York Living installation dal 15 al 26 novembre 2002. The House with the Ocean View è un'installazione di vita pubblica: per i primi dodici giorni della mostra, Abramovic segue velocemente un regime rigorosamente definito in tre unità abitative appositamente costruite nello spazio della galleria principale. Per questa performance unica e stimolante, la galleria segue orari speciali per facilitare la partecipazione ripetuta da parte del pubblico, in quanto la loro presenza è parte integrante del lavoro.



Balkan baroque, 1997, Venezia, Biennale
Vladkka
Nude with skeleton
The house with the ocean view
The house with the ocean view-re-performance by Tiina Pauliina Lehmtimaki a Firenze
The cleaner, Mostra retrospettiva
Untitled, 2018