Frank Owen Goldenberg (nel 1954 cambiò il cognome in Ghery)
nasce a Toronto, in Canada nel 1929 da parenti ebrei polacchi. Un
bambino creativo fin dalla prima infanzia, Fu molto incoraggiato da sua
nonna, Caplan, con cui costruiva piccole città fatte di pezzetti
di legno. La sua infanzia influì molto sulla sua arte grazie
all’ ambiente stimolante in cui passò la sua giovinezza,
ad esempio il suo uso di ferro corrugato, di catene come recinto e
l’ uso di altri materiali particolari e moderni, in linea con
l’ esplosione della modernità tipica del XX secolo, fu una
conseguenza delle lunghe ore e dei sabati mattina passati al negozio di
ferramenta di suo nonno. Passò inoltre molto tempo disegnando
con sua madre che lo incoraggiò e lo spinse verso la carriera
artistica. “Il genio creativo era lì” diceva Gehry
“ma mio padre pensava che fossi un sognatore, che non sarei mai
riuscito a diventare concreto e creare veramente qualcosa. Era mia
mamma che pensava che io ero solo reticente a fare le cose. Lei mi
avrebbe spinto”
Il piccolo Frank, però,
nonostante il suo panorama famigliare stimolante e protettivo, non
passa una delle infanzie più felici, infatti ebreo, povero ed
emarginato verrà discriminato dai suoi coetanei che lo
chiameranno addirittura col dispregiativo “pesce”
(sarà proprio il ricordo di questa difficoltà di
inserimento, e il desiderio che non capiti lo stesso alle figlie, che
lo spingerà in seguito a cambiare nome in gehry)
Nel 1947
si sposta in California, seguendo i suoi genitori nella violenta e
caotica los angeles, lì iniziò gli studi al Los Angeles
City College, lavorando nel frattempo alla consegna dei pacchi.
Nel
1952, ancora noto col nome di Frank Goldenberg, sposò Anita
Snyder, da lei ebbe due figli, e dopo la nascita della prima figlia
decise di cambiare nome in Frank Gehry; così l’ architetto
commenta la sua decisione: “Da ragazzino , in Canada, mi avevano
reso la vita dura perché ero ebreo. Così mi sono lasciato
convincere a mutare nome per facilitare l’infanzia di mia figlia.
Adesso mi dispiace ma è troppo tardi.”
Nel 1954 si laureò a pieni voti alla scuola di Architettura della University of Southern California. In
seguito spese parecchio tempo al di fuori del campo dell’
architettura impegnandosi in vari lavori e prestando inoltre il
servizio militare per la nazione Americana.
Dal 1956-57
frequenta i corsi di specializzazione in pianificazione urbanistica
tenuti alla facoltà di design ad Harvard, nel Massachussetts,
dove ottiene il master in Urbanistica. Tra il 1957 e il 1958 invece lavora presso lo studio “Welton Becket & Associates” Dal
1958 al 1961 lavora presso lo studio "Victor Gruen & Associates" di
Los Angeles. Successivamente, nel 1961, si trasferisce a Parigi con la
sua famiglia, dove lavora nello studio di André Remondet. Questo
lavoro gli permette di viaggiare molto e di conoscere, esperienze che
gli saranno poi molto utili durante la sua carriera da architetto. Tornato
a Los Angeles, nel 1962 apre il suo studio professionale di
architettura "Frank O. Gehry and Associates" a Santa Monica dove si
impegnò in un professionismo serio e coscienzioso ma poco
brillante, tutto era basato sul rinnovare una sfera del proprio io
trasgressivo per lasciar spazio alla parte scientifica. Durante
questa fase di produzione progetta alcune case per alcuni suoi amici di
los angeles, prendono così vita la casa studio Danzinger
(Hollywood 1964/5) e la casa studio Davis (Malibu 1968/72).
Frank
Owen Gehry entra però in crisi su tutti i livelli, lo studio era
difficile da mantenere e il matrimonio stava crollando, tanto da dover
entrare in analisi con uno psicologo di los angeles, così nel
1966 lui e Synder divorziarono (dopo 9 anni Frank si risposò con
una certa Berta Isabel Aguilera, la sua moglie attuale, della quale
ebbe altri 2 figli).
Nel 1972 viene nominato assistente
professore alla Università del sud California mentre nel 1974
viene nominato membro del College dei Compagni dell'American Institute
of Architecture. Tra 1977 e 1979 é visiting critic alla
University of California, dal 1978 è lecturer e visiting critic
alla Cooper Union di New York e alla University of Texas. Dal 1980
viene nominato Visiting critic alla scuola di design ad Harvard dove
aveva ricevuto il master.
Da questo momento Frank O. Gehry
inizierà una produzione serrata di edifici che lo porterà
a una gran fama per la novità del suo stile decostruttivista,
tra quali ricordiamo l’ Edgemar Development, il Museo
California Aerospace, gli Uffici Chiat- Day- Mojo, il Ristorante
Fishdance e la Biblioteca Francis Goldwyn, il museo F. Weisman,
l’ auditorium Walt Disney, il museo Guggenheim di Bilbao, la
dancing house di praga e il Ray e Maria Stata Center. Inoltre
ricordiamo anche che nel 1987 viene eletto membro dell' Accademia
Americana di Arte e Lettere a Roma e dal 1988 è professore
all’ università di Yale.
Affermato e riconosciuto
ormai a livello mondiale Frank Owen Gehry viene onorato nel 1989 con il
Pritzker Architecture Prize mentre nel 1994 fu il primo a ricevere il
Dorothy and Lilian Gish Award.
Non
si può però parlare di Frank Gehry senza parlare del
movimento di cui egli è uno dei massimi esponenti nonché
fautore: il movimento decostruttivista. Questo termine:
decostruttivismo, iniziò a circolare in ambito archittettonico
nella seconda metà degli anni ’80 ma diventò un
vero e proprio fenomeno emergente dopo la riuscitissima mostra del
luglio 1988 a New York, promossa da Philip Johnson, nella quale, oltre
alle opere di frank gehry furono esposte le opere di altri architetti
di fama mondiale quali Danile Libeskind, Rem Koolhaas, Zaha Hadid e
Peter Eisenman. In questa esposizione veniva estrapolata
un'architettura “senza geometria”, senza piani ed assi,
mancante di quelle strutture e particolari architettonici, che sono
sempre stati visti come parte integrante di quest'arte. Una non
architettura, quindi, che si avvolgeva e svolgeva su sé stessa
con l'evidenza e la plasticità dei suoi volumi, dove è il
caos, se così si può dire, è l'elemento
ordinatore. Le opere decostruttiviste sono caratterizzate quindi da una
geometria instabile con forme pure e disarticolate e decomposte,
costituite da frammenti, volumi deformati, tagli, asimmetrie e
un'assenza di canoni estetici tradizionali. I metodi del
decostruttivismo sono indirizzati a "decostruire" ciò che
è costruito, una destrutturazione delle linee dritte che si
inclinano senza una precisa necessità, trasformandosi e
fondendosi nel caos delle curve e delle intersezioni. Siamo davanti a
un'architettura dove ordine e disordine convivono. I primi che
infransero le regole classiche, la perfezione della linea e l’
equilibrio dell’ ordine, furono i costruttivisti russi degli anni
’20, da essi i de costruttivisti riprendono i valori e le forme,
esasperando però la disarticolazione e la decomposizione,
arriando così a un completo radicalismo avanguardistico
costruttivista (da questo la preposizione “de” preposta al
termine costruttivismo)
Dell’ opera di Frank Owen Goldenberg/Gehry possiamo notare 5 momenti principali. Questi
momenti però non sono totalmente distinti e separati, ma essi si
intersecano tra loro dando vita a edifici e progetti che non si possono
incasellare facilmente solo in uno di essi.
Fase dell’ Assemblare: essa
comincia con la costruzione da parte di Gehry di alcune case per suoi
amici di Los Angeles, tra le quali ricordiamo Casa Davis e Casa
Danzinger. Questo periodo, nonostante arrivi già durante la
maturità di Gehry, cioè quando aveva già quasi 40
anni, è il trampolino di lancio della sua attività
artistico architetturale. Riconsidera infatti la sua formazione accademica ed esce dalle rigidità del suo stile funzionalista. Così facendo comincia a riformulare le ragioni del costruire: struttura, forma, funzione e luce. Culmine
di questa mutazione, quasi un "cambiamento di pelle", è nel 1978
l'ampliamento della sua casa a Los Angeles. Proprio durante questo
periodo concepisce l’ idea di Cheapscape, cioè
architettura fatta con elementi banali, con materiali poveri, ma che
trasmette proprio per questo un infinità di significati,
soprattutto legati alla relativamente nuova vita metropolitana.
Fase dello Spaziare: Durante
questa fase egli è attratto da un uso "narrativo" della
composizione dei volumi, che affonda nel sentimento anti-rinascimentale
e a-prospettico del romanico. Non solo ciò porta alla ricerca di
un autonomo valore plastico e figurativo di ogni singolo edificio, ma
cea una nuova consapevolezza dello spazio pubblico (come spazio
intercluso tra edifici). Proprio le rotazioni e i movimenti che intercorrono tra gli edifici costituiscono questo spazio dinamico all'aperto.
Fase del separare: Durante
questa fase la penetrazione è accompagnato dai materiali, dai
volumi, da forme libere astratte. Tutto è usato per formare una
creazione tridimensionale dinamica. Un esempio sono il museo
dell’ aeronautica o la biblioteca di Hollywood, dove elementi in
rilievo si staccano dalla ossatura principale dell’ edificio
creando un idea di netta separazione.
Fase del Fondere: Da
sempre Gehry è attratto dalla scultura specialmente dalle "linee
di forza", che sono direttrici protese a penetrare l'aria e irradiare
di se l'ambiente circostante. Si fa avanti quindi in questa fase
il concetto di traiettoria, quindi non rette ma archi, parabole, linee
curve che creano nuovi volumi e nuovi spazi. Le nuove idee si riflettono in edifici come il museo Vitra e il museo Weisman a Minneapolis.
Fase del Liquefare: Durante
questa fase Gehry sperimenta nuovi generi di architettura d’
avanguardia, le sue nuove opere sono Come guanti continuamente rigirati
su loro stessi, si perde la percezione interno-esterno. Qui supera la dialettica collisione-traiettoria avventurandosi in un "futuro liquido-continuo". Un
esempio significativo è Casa Lewis ma il più famoso
esempio della fase del liquefare è il celebre e prestigioso
museo Guggenheim, edificato a Bilbao nel 1997
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