Antonio Ligabue

Zurigo 1899 - Gualtieri 1965


Testo di Danilo Saccani



Bibliografia:

Ligabue, testo di Cesare Zavattini; saggio di Mario de Micheli ; prefazione di Mario Mazzacurati Franco Maria Ricci 1967
Ligabue : catalogo generale dei dipinti ; Sergio Negri , Electa 2002
Tutto Ligabue :catalogo ragionato dei dipinti/catalogazione ufficiale a cura di Augusto Tota e Marzio Dall'Acqua, prefazione di Vittorio Sgarbi, A.Agosta Tota 2004 Vol.1 e 2
Ligabue, Giuliano Serafini, Giunti 2005
Ligabue, Mostra antologia nel 15° anniversario della morte, Milano 28 nov.1980-11gen.1981 A.Agosta Tota
Antonio Ligabue, biografia di Marzio Dall'Acqua, saggio critico di Raffaele De Grada, Comune di Gualtieri 1975
Siti
http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Ligabue
http://www.archimagazine.com/bligabu.htm
http://www.csaligabue.it/presentazione_italiano.html
http://www.windoweb.it/guida/arte/biografia_antonio_ligabue.htm



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La vita

Antonio LigabueAntonio Ligabue nasce a Zurigo (il 18 dicembre 1899) da Elisabetta Costa, bellunese, e da padre ignoto e viene registrato anagraficamente come Antonio Costa. A nove mesi gracile e rachitico viene affidato a una coppia di svizzero-tedeschi (Göbel) con i quali rimarrà sino al 1919. A gennaio del 1901 Bonfiglio Laccabue originario di Gualtieri (RE) sposa la Costa e legittima il piccolo Antonio dandogli il proprio cognome (che nel '42 il pittore cambierà in Ligabue). La famiglia Göbel si trasferisce nel circondario di S. Gallo.

Ligabue è un bambino difficile e frequenta per sei anni le elementari in una scuola differenziale arrivando a superare solo la terza classe. Ligabue con la sua auto A 13 anni entra in un collegio per ragazzi handicappati dove si segnala subito per l'abilità nel disegno ma per la "condotta cattiva e scostumata" viene espulso dopo aver completato la quarta elementare. Si trasferisce con la famiglia adottiva a Staad dove inizia a fare il contadino. Lavora saltuariamente e conduce una vita girovaga.

Nel 1917 a seguito di una crisi violenta nei confronti della madre adottiva viene ricoverato nella clinica psichiatrica di Pfäfers. Nel 1918 sostiene la visita di leva al Consolato di Zurigo e viene riformato. L'anno successivo viene espulso dalla Svizzera, su denuncia della madre adottiva e scortato dai carabinieri arriva in Italia a Gualtieri, comune di origine del padre, ma, non sapendo una parola d'italiano, fugge tentando di espatriare senza però riuscirvi. Vive del soccorso del Comune di Gualtieri non sempre sufficiente, di quello che gli invia la matrigna svizzera e della carità dei compaesani. Lavora saltuariamente fino al 1929 agli argini del fiume Po vivendo come un selvaggio nei boschi e nelle golene del fiume dove inizia a dipingere.

Non riesce a comunicare con gli altri e Il suo desiderio è quello di tornare in Svizzera e raggiungere la madre adottiva, ma le autorità svizzere non gli concederanno mai il nullaosta.Testa di tigre - Antonio Ligabue, olio su compensato  cm 60x55
Nel 1928 viene avvicinato da Marino Mazzacurati uno scultore, pittore e uomo di cultura la cui amicizia segnò una presa di coscienza delle proprie capacità artistiche e una rinnovata fiducia. Mazzacurati ne comprese l'arte genuina e gli insegnò l'uso dei colori ad olio guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento. Ligabue continua però la sua vita da girovago alternando soggiorni in casa di amici con ritiri nelle campagne lungo il Po.

A partire dal 1937 viene internato più volte in manicomi e ospedali psichiatrici per il suo carattere irascibile, violento e i suoi gesti di autolesionismo. Infatti in paese era diventato noto come "Toni al mat" che quando veniva colto da crisi nevrotiche si strofinava il naso contro un muro al punto da procurarsi profonde ferite. Dimesso nel 1948 trova rifugio nell'ospizio di Gualtieri; inizia a dipingere più intensamente e la fortuna sembra volgere a suo favore.

La sua fama si allarga, la sua attività pittorica subisce un netto miglioramento. Giornalisti,critici e galleristi iniziano ad occuparsi del suo lavoro. Vince premi, vende quadri, trova amici, spesso interessati, che lo ospitano; vengono girati documentari sulla sua vita Ligabue imita una bestia ma Ligabue rimane lo stesso, anche se identifica nelle automobili, dopo la passione per le motociclette, il segno di un raggiunto prestigio sociale, con forme maniacali (vorrà un autista che si tolga il cappello aprendogli la portiera della macchina per salire). Nel 1961 viene organizzata a Roma, alla Galleria La Barcaccia una mostra delle sue opere. Nel 1962 a Guastalla (RE) gli si dedica un'ampia mostra antologica ma subito dopo viene colpito da paresi. Dopo vari ricoveri in diversi ospedali, viene inviato infermo al ricovero Carri di Gualtieri.
Nel 1963 chiede di essere battezzato e cresimato. Mentre la fama delle sue opere acquista dimensione nazionale è ridotto immobile in un letto. Il 27 maggio 1965 muore al ricovero Carri di Gualtieri. Nel 1965, all'indomani della sua morte, gli venne dedicata una retrospettiva nell'ambito della IX Quadriennale di Roma. Sulla sua vita, il regista Salvatore Nocita realizzò nel 1977 per la RAI uno sceneggiato: Ligabue.

Ligabue pittore

L'opera pittorica di Ligabue viene convenzionalmente suddivisa in tre periodi principali, per altro attendibili per
unitarietà stilistica:
1° PERIODO: 1928-1939
Le opere che vengono inserite in questo periodo denunciano inizialmente una notevole incertezza grafica e coloristica. I colori sono tenui, molto sfumati e poco corposi, anche perché il pittore adotta di preferenza il metodo di diluire abbondantemente i colori con l'acquaragiaFenicotteri - Antonio Ligabue, olio su compensato cm 31,5x31,5 (al fine di renderli più scorrevoli sulle tavole al momento della stesura). Le tonalità ricorrenti sono il bruno, il grigio, il verde smeraldo, il giallo di cromo e il blu di cobalto; pochi i rossi e le terre naturali. Uno dei temi preferiti è quello delle grandi aie dei contadini piene di animali, scorci di vecchie case coloniche e carraie polverose che si perdono in mezzo al verde dei campi. Il soggetto, ripreso in atteggiamenti statici, non è ancora delimitato da alcun segno di contorno come accadrà più avanti. Pochissimi in questo periodo gli autoritratti e molte le opere non firmate. I dipinti sono eseguiti su tavolette di legno o compensato, di formato medio-piccolo.
2° PERIODO: 1939-1952
Autoritratto con torre - Antonio Ligabue, olio su compensato cm 52x36 I colori diventano più caldi ed intensi, assumendo man mano una grassa corposità che fa apparire la superficie del quadro, grazie al generoso accumulo del colore, una sorta di piccolo bassorilievo cromatico. Scopre i valori del giallo, del rosso, del blu di Prussia e della terra di Kassel; questi mescolati agli altri già in uso danno quel fantastico repertorio di accordi cromatici che caratterizzano questa seconda fase artistica. Compaiono sempre più spesso i caratteristici villaggi svizzeri, i campi di grano con i papaveri rossi, gli infuocati tramonti padani rossi e viola , le radure campestri con le molteplici gradazioni dei verdi, dei bruni e degli azzurri ,gli animali feroci con le enormi fauci spalancate, gli autoritratti dagli occhi allucinati e pieni di sofferenza e le lotte tra animali feroci in suggestive foreste equatoriali. In questo secondo periodo artistico egli si dedica, anche se a fasi alterne, a modellare statue in creta e a praticare il disegno a inchiostro di china.
3° PERIODO: 1952 - 1962
La produzione pittorica degli ultimi 10 anni è senz'altro la più ricca. In questa fase è però riscontrabile una discontinuità del livello qualitativo, dovuta probabilmente al fatto che Ligabue può aver svolto in determinate occasioni una cospicua attività di committenza che lo vedeva sottoposto, anche controvoglia, a ritmi di lavoro molto intensi.L'incontro - Antonio Ligabue, olio su faesite 90x120 Poteva anche capitare che per alcuni clienti che non godevano della sua simpatia Ligabue eseguisse dipinti appositamente mediocri per sghignazzare poi soddisfatto alle loro spalle.
Troviamo quindi, affiancate ad autentici capolavori, molte opere che, pur essendo di modesto livello qualitativo, posseggono in ogni caso l'alto pathos del grande dramma interiore. In questi anni il soggetto, in molte opere appare delimitato da un segno di contorno più vigoroso e continuo, quasi ossessivo, al punto da stagliare netta l'immagine dal fondo dell'opera.
I colori, che il suo istinto gli suggerisce in questo momento sono: le terre di Siena, il giallo limone, il giallo di cadmio scuro e il blu di Prussia, dalla cui fusione ottiene le varie tonalità di verde.

Ligabue disegnatoreCervo - Antonio Ligabue 1950 Disegno, Dim: 44x56 cm

Il disegno per Ligabue è un mezzo espressivo completamente separato e distinto dalla produzione pittorica, nel senso che, anche se si ritrovano nei disegni gli stessi soggetti che dominano nei dipinti, questi tuttavia hanno altri esiti, non sono mai abbozzi, studi preparatori delle tele. Ligabue disegnava facendo forte pressione con la matita sulla carta (ecco una ragione che gli renderà congeniale la puntasecca), ma con tratti nervosi, insistiti, spesso frantumati e ripresi e collegati in un secondo tempo con una sorta di ricalco. Un segno non sempre pulito, ma fortemente espressivo.

Ligabue scultore

Antonio Ligabue, se stesso - Antonio Ligabue, bronzoLigabue ha dato vita alle sue opere scultoree traendole dalla terra del Po, infatti alla scultura l'artista si potrebbe essere avvicinato istintivamente, poiché la natura stessa gli forniva abbondantemente la materia prima per realizzare le proprie idee, mentre procurarsi i colori era più complesso e costoso. Per Ligabue, tuttavia, la materia era indifferente, doveva solo essere docile alle sue richieste e per renderla disponibile ed omogenea la masticava laboriosamente salivandola. Da un blocco d'argilla egli veniva sottraendo la materia fino a sbozzare la figura che volevaPantera - Antonio Ligabue, bronzo rappresentare, quindi rifiniva il modello con forti pressioni delle mani, con colpi di pollice, rifinendo successivamente con un oggetto affilato ed appuntito certi particolari quali gli occhi ed il pelo. Certe volte aggiungeva ulteriori particolari modellandoli come strisce che sovrapponeva e disponeva a formare code, orecchie, criniere, ecc. I soggetti sono gli stessi della pittura, tuttavia rappresentati con una adesione realistica maggiore, una minor propensione alla deformazione.
L'attività scultorea di Ligabue sembra particolarmente intensa nel periodo 1930-40 e sembra riprendere negli anni Cinquanta.
Alla fine della vita si preoccupò anche di farle cuocere, in modo da garantirne più a lungo la durata. Le sculture, almeno una parte di quelle superstiti (poiché più volte, data la fragilità della materia, sono andate perdute) dopo la morte dell'artista sono state fuse in bronzo usando tecniche diverse per gli stampi.