Nasce a Ciudad de Guzmán (Jalisco) in Messico, nel 1883.
Studia a Città del Messico nella Escuela Nacional Preparatoria e poi nella Escuela Nacional de Bellas Artes.
Frequenta l'atelier dell'incisore Posada, che lo influenzerà in tutta la sua opera.
Nel 1916 tiene la sua prima esposizione individuale, fa caricature per la rivista satirica El Hijo de Ahuizote
ed è illustratore per La Vanguardia.
Nel 1922 si unisce a Rivera e Siqueiros nel Manifesto dei pittori e scultori, mirato a recuperare l'arte della
pittura muralista sotto il patrocinio del governo messicano; nello stesso anno viene invitato a dipingere le pareti del
Patio Grande della Scuola Nazionale Preparatoria dell'antico Collegio
gesuita di San Ildefonso. Le pitture rappresentano nelle diverse aree diversi aspetti della storia messicana: l'origine
del Messico mestizo (L'iniziale convivenza tra gli indigeni e gli europei) sulla scalinata, la fase di intuizione degli
ideali di rinnovamento sulla pianta bassa, la critica alle forze negative al primo piano e la tragedia umana della Rivoluzione al secondo.
Nel 1927 si stabilisce negli Stati Uniti e tra il 1930 e il 1932 dipinge diversi murales a tema sociale.
Nel 1934 torna in Messico e realizza nel Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico, la grande tavola che sarà in seguito chiamata La Katársis.
Tra il 1936 e il 1939 lavora a Guadalajara nell'università, dipingendo 40 grandi affreschi complementari alle sezioni
architettoniche della struttura.
Negli anni successivi realizza diverse opere in Messico; nel 1940 si reca anche a New York per dipingere per
commissione del Museo d'Arte Moderna una tavola suddivisa in sei parti mobili, Dive Bomber and Tank.
Nel 1946 vince il Premio Nazionale d'Arte, e nel 1947 realizza la sua prima opera all'aperto, sull'edificio appena
terminato della Scuola Nazionale dei Maestri.
Tra il 1948 e il 1949 dipinge metà cupola della Camera dei Deputati di Jalisco, tra cui il ritratto di Hidalgo,
presentato come il legislatore e liberatore degli schiavi.
Muore nel 1949 a Città del Messico.
Fin da giovane emerge come artista plastico al servizio delle cause rivoluzionarie, dipingendo temi di
carattere politico e sociale e sviluppando uno stile eroico, basato sul realismo e ispirato alla tradizione
muralista precolombiana centroamericana.
Egli si distingue per la sua tecnica, dal tratto scarno e severo, a volte crudele, e dai colori virulenti ed
energici, talvolta disturbanti.
Le sue opere sono aggressive e dinamiche, tutto è in movimento, non solo i corpi ma
anche gli oggetti, il mondo vegetale e animale, la stessa atmosfera. Questo dinamismo è reso grazie alle linee, ora nere e ora
colorate, e al colore che, attraverso forti contrasti e un sapiente utilizzo della luce e del chiaroscuro, enfatizza al massimo il tratto.
Le pennellate, rabbiose e violente, plasmano un mondo palpitante e intenso, una realtà drammaticamente vivida.
I suoi corpi sono sempre tragici, piegati dalla sofferenza comportata dalla lotta per ottenere i propri diritti,
privi di quell'ottimismo storico rivoluzionario che invece ha caratterizzato gli altri muralisti messicani.
È un artista complesso, profondamente legato alle sofferenze umane; i soggetti
sono ricchi di simbologie, e risentono di diverse influenze, dal Rinascimento italiano all'arte
precolombiana, il Barocco e il Manierismo, e pittori moderni come Toulouse-Lautrec.
Orozco ha voluto creare un'arte pura e precisa, chiara nei suoi obiettivi, analitica in tutti gli aspetti positivi e negativi
dell'età precolombiana e della conquista.
Sicuramente Orozco presenta molte contraddizioni nelle sue idee sulla storia socio-politica, in particolare quella contemporanea,
ma non sono altro che il riflesso del pensiero di un uomo che si evolve e cambia di opinione a seconda degli avvenimenti
di un mondo la cui problematica risulta complessa.
Cosciente di questo fatto ha scritto: Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni e difficilmente chi lo interpreta nelle
sue opere può dimenticarlo.
Il muralismo messicano
Orozco, insieme a Rivera e Siqueiros, è considerato uno dei fondatori del muralismo messicano, movimento strettamente
conseguente alla Rivoluzione Messicana del 1910.
Il muralismo, fin dalle civiltà antiche, si pone come arte complementare all'architettura; non è quindi un caso che
questa forma d'arte, in Messico, nasca dalla fusione della tradizione muralista occidentale con il gusto delle grandi
civiltà centro-americane.
Si tratta di una forma che ha sempre rappresentato al meglio l'ambiente socio-politico di un popolo, con le sue ideologie
e tradizioni, aprendo una finestra ora sul governo, ora sulla Chiesa, ma che esprime anche lo spirito travolgente di una
società ribelle, incarnata in artisti anticonformisti.
In Messico il muralismo è stato dichiarato arte ufficiale della rivoluzione, e si è dedicato agli indigeni umiliati nel
corso dei secoli,
ai soldati che hanno lottato a favore delle rivendicazioni popolari, agli operai e ai contadini.
È dunque di un'arte conciliata con la causa sociale, al servizio dell'ideologia e della lotta rivoluzionaria,
basata su diversi obiettivi: dalla creazione di un'arte nazionale, che vuole ispirarsi al passato indigeno ma
contemporaneamente volgere il proprio sguardo al futuro, all'esaltazione di valori sociali, storici e nazionalisti,
attraverso grandi opere di dominio pubblico che contribuiscano all'educazione popolare e alla creazione di una coscienza
nazionale, ma affiancati da uno spirito internazionalista e volto al mondo contemporaneo.
La tecnica è affine a quella dell'affresco, usata dai grandi maestri italiani del Rinascimento, ma sono state sperimentate
anche tecniche e materiali nuovi, mirati a una migliore conservazione dell'opera o, in alcuni casi, a permetterne il
trasporto.
Bibliografia:
http://www.dartmouth.edu/
http://en.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Clemente_Orozco
http://cat.middlebury.edu/~gacetahispanica/trabajos/OrozcoRiveraylahistoriadeMexico_JFremont.pdf
http://app.jalisco.gob.mx/index.html
http://www.middlebury.edu/#story254975
http://www.laberintos.com.mx/jcorozco.html
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