Il'ja Efimovic Repin

Ciuguev, 1844 – Repino, 1930


Testo di Yuliya Bai



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Resurrezione della figlia di Giairo,1871
Il Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
La scena che ci viene presentata è la risurrezione della figlia di Giairo, il celebre episodio tratto dalla Bibbia. In fondo alla stanza, nella penombra sono messi in evidenza le figure immobili in attesa del miracolo: Giovanni, solenne e sereno che con la certezza negli occhi guarda Cristo; la madre della fanciulla immersa nel dolore, ma l'accento è posto sul padre, che ha ancora la luce della speranza negli occhi . Il flusso di luce come se movesse dal fondo della stanza per culminare sul letto illuminando il corpo della fragile fanciulla. Qui, in un lampo di luce accecante, accadrà il culmine degli eventi - il miracolo della risurrezione dai morti. Repin è riuscito a cogliere con straordinaria sensibilità quel momento di intensa tensione prima del miracolo. La figura di Cristo è molto umana e reale, non è immerso in sé stesso, sembra cosi affettuoso e compassionevole, è Cristo che perdonava i peccatori, compieva i miracoli e guariva i malati.
Bardotti del Volga,1870-1873
Il Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Repin riesce a descrivere indescrivibile: la tragedia della vita umana. Infatti ogniuno dei bardotti ha la storia triste da raccontare, ma l'artista senza parole riesce a coglierla nei loro volti stanchi e stravolti dalla fatica quella orrenda realtà che non lascia spazio al futuro. Nella prima fila ci sono: il saggio filosofo Kanin, a fianco c'è forte, trascurato, un bardotto pieno di forza incontrollata, quasi animalesca. Tutti i personaggi trascinano la nave, che sembra un sogno, un miraggio nel deserto. Ma la realta è crudele e non lascia nessuna speranza per loro, infatti molti critici paragonavano i bardotti del dipinto al popolo che da sempre nonostante tutti i mali trascina la Russia avanti.
Sul ponte,1879
La Galleria Tret'jakov, Mosca
In questo quadro Repin ha disegnato la sua moglie sul ponte nella tenuta di Abramcevo. Con pochi pennellate l'artista è riuscito trasmettere l'atmosfera di intimità e del mistero all'interno del parco. Repin disegna con cura e attenzione al colore: il verde degli alberi, il nero del dirupo e l'improvviso bagliore del vestito - tutto crea una atmosfera fiabesca.
Gli addii alla recluta,1879
Il Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
La scena d'addio avviene all'interno del cortile della casa contadina. Il portone spalancato diviene una sorta di finestra, attraverso il quale si vede il paesaggio di un campo di grano illuminato dal sole in contrasto con l'atmosfera cupa all'interno del cortile. I volti indifferenti dei contadini sono in contrasto con il volto triste della madre che cerca di consolare la giovane nuora abbracciata con il marito. Uno dei soldati alza la mano con impazienza - questo gesto è sufficiente per distruggire l'apparente immobilita` della scena, facendo indovinare la sequenza temporale degli eventi. Questo quadro si presenta come un grido d'aiuto del popolo povero e oppresso, la brutalità e tragicità della gente comune travolge lo spettatore.
Il rifiuto della confessione,1879-1885
La Galleria Tret'jakov, Mosca
Abbiamo davanti a noi l'immagine di un uomo appassionato, forte nonostante tutti i mali che li son capitati, pronto a morire per il trionfo dei suoi ideali, un rivoluzionario. Nel quadro colpisce l'espressione concentrata del volto che porta ancora i segni della sofferenza della persona condannata ingiustamente, passata attraverso tutte le torture morali e fisiche. I principali accenti semantici sono sottolineati con le pennellate di bianco in una buia cella di prigione: la croce nelle mani del sacerdote, il volto del condannato, la sua camincia bianca, il bordo del letto.
Ivan il Terribile e suo figlio. 16 novembre 1581,1885
Galleria Tret'jakov, Mosca
Repin usa il rosso e il nero per creare l'atmosfera cupa e sottolineare la tragedia avvenuta all'interno della stanza. Le pennellate del bianco sottolineano meglio l'espressione del volto sofferente del padre che ha ucciso involontariamente il figlio durante la lite. Il corpo teso del padre è in contrasto con la debolezza del figlio in punto di morte. Il quadro ha suscitato molte polemiche tra il pubblico in quanto da una parte alludeva a recente omicidio dello zar Alessandro II e dall'altra alcuni esponenti dell'intellighenzia intravedevano il tentativo di screditare l'autorita' dello zar.
I cosacchi scrivono la lettera al Sultano turco,1880-1891
Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Il quadro allude sia ad un famoso aneddoto storico sia ai fatti realmente accaduti. Si tratta della lettera di risposta al sultano turco dove i cosacchi lo deridono e lo insultano, infatti tutti i soggetti nel quadro hanno il sorriso anche se di vari gradi. Il famoso personaggio storico - ataman Serko (il capo eletto delle unità militari dei cosacchi) viene raffigurato vicino allo scrivano, invece il cosacco a destra che sta ridendo a crepapelle è Taras Bulba, il personaggio principale del omonimo libro di Gogol che racconta la storia dei cosacchi. In questo quadro Repin esprime il suo ideale della vita umana: lo spirito forte nonostante la minaccia di morte, l'energia vitale che spinge ad andare avanti affrontando i pericoli, la semplicità, il desiderio di libertà, l'ugualianza e la fratellanza...
17 ottobre 1905,1907-1911
Il Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Al primo incontro questa tela lascia un'impressione inquetante: una folla di gente che urla, ride ed esulta, una folla che sembra dirigersi verso lo spettatore, di voler travolgerlo. Al centro del quadro un gruppo di proletari porta sulle spalle uno scarcerato che scuote allegramente le catene. Questo quadro si avvicina molto all'impressionismo: le figure delle persone che si riversano l'una nell'altra, i volti sono come le maschere che espromono il massimo di coraggio. Loro cantono, gridono, ridono, nei loro occhi brucia il fuoco della gioia estatica. Solo due personaggi ai lati della folla rimangono in silenzio come se vedessero la sofferenza futura della Russia sotto regime sovietico. Repin stesso definisce la rivoluzione d'ottobre come "un carnevale della follia".