Negli
Stati Uniti, a partire dagli anni sessanta, matura una nuova forma
d’arte popolare: la Pop Art (Pop è abbreviazione di
popular) che, in netta contrapposizione con l’intellettualismo
dell’espressionismo astratto, rivolge la propria attenzione agli
oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi.
L’appellativo popular deve essere inteso in maniera corretta. Non
come arte del popolo o per il popolo ma, più precisamente, come
arte di massa, cioè prodotta in serie; e poiché la massa
non ha volto, l’arte che la esprime deve essere il più
possibile anonima.
Questo salto è traumatico perché si
passa da elaborate riflessioni sui significati artistici di materia e
gesto alla proposizione di valori quotidiani e volutamente banali. La
mercificazione dell’uomo, il consumismo eletto a sistema di vita
e il fumetto sono i fenomeni dai quali gli artisti pop attingono le
loro motivazioni. L’intervento artistico avviene mediante la
manipolazione dei soggetti stessi che possono essere dilatati, ripetuti
e alterati in vario modo, agendo sia sulle forme che sui colori grazie
a mezzi sempre più raffinati come fotografia e tipografia. In
questo senso la Pop Art usa lo stesso linguaggio della
pubblicità e risulta omogenea alla società dei consumi
che l’ha prodotta e l’artista dunque non trova più
spazio per alcuna esperienza soggettiva. Quindi la Pop Art non è
altro che una stanca esercitazione di stile che graffia e contesta solo
superficialmente, lasciando intatta la sostanza delle cose e dando per
scontata l’irreversibilità del modello di sviluppo consumistico.
James
Rosenquist è un artista Americano e uno dei principali
protagonisti del movimento della Pop Art insieme a Roy Lichtenstein ed
Andy Warhol. Nasce il 29 Novembre 1933 a Grand Forks, nel North Dakota
e i suoi genitori, sempre in cerca di un lavoro e un posto fisso
in cui stare, si muovevano di città in città arrivando
finalmente a stabilirsi a Minneapolis. Sua madre, anche lei pittrice,
lo incoraggia ad avere un interesse per l’arte tanto che durante
i suoi anni di liceo vince una borsa di studio per la
“Minneapolis School of Art”.
Nel 1955 all’età
di 21 anni si trasferisce a New York dove entrerà, grazie a
un’altra borsa di studio, alla “Art Student
League”. Dal 1957 al 1960 si guadagna da vivere come pittore di
cartelloni pubblicitari. Questo fatto rappresenta un allenamento
perfetto per un artista che esploderà nella scena della Pop Art.
Rosenquist comincia la sua produzione nel 1960 circa, e come
altri artisti della Pop Art adatta il linguaggio pubblicitario e della
cultura Pop (spesso ridicolo, volgare e oltraggioso) al contesto
dell’arte nella sua bellezza.
Rosenquist conquistò fama
internazionale nel 1965 con il dipinto F-111 che occupava un’intera stanza. La specialità di questo pittore è di prendere immagini
frammentate, sproporzionate e di sovrapporle, di combinarle e di
metterle insieme per creare delle storie visive. Questa tecnica
può sbalordire il pubblico, facendo apparire gli oggetti
più familiari nella maniera più astratta e provocatoria
possibile.
Rosenquist ha ricevuto molte onorificenze tra cui la
selezione per “Art in America Young Talent USA” nel 1963 e
il “Golden Plate Award” dall’American Academy of
Achievement nel 1988. Rosenquist continua a produrre commissioni su
larga scala, incluso il recente dipinto “The Swimmer”
,voluto dalla Deutsche Bank. Le sue opere continuano a svilupparsi in
maniera straordinaria, influenzate soprattutto dalla nuova generazione
di artisti. Purtroppo il 29 Aprile 2009, in seguito a un incendio
divampato nella contea di Hernando in Florida, dove l’artista
aveva vissuto per 30 anni, la sua casa, lo studio e il magazzino sono
stati distrutti. Tutti i suoi dipinti conservati nella sua
proprietà sono andati distrutti bruciati, incluso il materiale
per la sua prossima esposizione. |
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