L'arte realista affonda le sue radici nel romanticismo. Un'opera come "La Libertà guida il popolo sulle barricate" di Delacroix mostra già una forte carica di realismo a partire dal cadavere seminudo in primo piano e dalla cronoca quasi "in diretta" dell'avvenimento. Un altro ramo della radice parte dall'esperienza della scuola di Barbizon e degli acquarellisti inglesi come Constable (sopratutto dopo la sua prima esposizione al Salon di Parigi nel 1824), dove gli artisti andavano a disegnare la natura direttamente, iniziando quel modo di dipingere "en plein air" tanto caro agli Impressionisti.
Un terzo ramo è il disegno caricaturale di Honorè Daumier che dagli anni '30 in poi avrebbe continuato a raccontare la vita delle masse urbane, il lavoro, il teatro, la politica, la repressione della monarchia di Luigi Filippo. Daumier disegnava per le riviste "La Caricature (1830-35) e "Le Chiarivari" (da 1832). La litografia "Rue transnonain, 15 Aprile" testimonia il massacro operato dalla milizia in un edificio dopo una sommossa organizzata contro la legge per limitare la formazione di sindacati. Un cecchino sparò ad un militare e la risposta fu tremenda.
I critici conservatori deprecavano le opere realiste perchè brutte, cioè sconce, indecenti, volgari. Questa nuova poetica del brutto era infatti la caratteristica del realismo, che si distaccava dai modelli uniformati delle accademie e non riconosceva la diversa dignità dei soggetti. Fino alla metà dell'ottocento infatti i pittori e il pubblico erano abituati a considerare il vaore di un quadro anche in base all nobiltà del soggetto: le cose più alte e degne solo di pittori famosi erano i quadri di storia e di scene sacre; in seconda posizione i ritratti ufficiali, in terza posizione i paesaggi e i temi di genere.
Secondo Courbet l'arte realista, l'arte viva, non può essere scolastica, non può avere modelli e impostazioni convenzionali perchè non sarebbe libera di osservare e rappresentare la realtà. Per il suo carattere sperimentale l'arte realista infatti non ebbe scuole, come lo stesso Courbet non ebbe una bottega con allievi.
Gustav Courbet nasce nel '19 a Ornans (vicino a Besancon) da una famiglia di piccoli possidenti. Compie gli studi appropriati per un giovane di buona famiglia.Nel 1831 fu mandato a studiare nel seminario di Ornans. Con Claude-Antoine Bau o Baud prese lezioni di disegno. Il maestro portava gli allievi in campagna e li induceva a copiare liberamente. Il cugino Max Buchon (che poi scriverà Essais poetiques) ci racconta molte cose sull'infanzia di Courbet. "Eravamo nella stessa classe. Io ero calmo ed esitante, lui vivace ed esuberante. Io ottenevo note di merito alla fine di ogni anno, mentre lui non ne otteneva mai". Al Liceo Reale di Besancon non ebbe grandi soddisfazioni, però lesse molto. Lamartine, Musset e Hugo erano i suoi autori preferiti.
Al Salon del 1837 i quadri a carattere religioso superano quelli a a tema storico-bellico. La monarchia di Luglio (1830-1848) è in un clima di torpore e incertezza. Si assiste ad un aggravamento delle condizioni di vita delle classi lavoratrici contemporaneamente ad un buon sviluppo economico della nazione.
Il padre lo manda a Parigi per fargli studiare giurisprudenza ma ben presto abbandonò gli studi e cominciò a frequentare l'atelier di Charle Steuben, l'Academie Suisse e passare la maggior parte del tempo a copiare le grandi opere del Louvre, in particolare Rembrandt e Velasquez.. Frequentava anche la Brasserie Momus dove conobbe Henri Murger (autore de "La vie de boheme" e la Brasserie Andler dove conobbe i pittori Bonvin, Daumier, Corot e Decamps, gli scrittori Baudelaire, Champfleury, musicisti e critici. Conobbe anche il filosofo Proudhon, originario anche lui della Franca Contea, a cui si legò in maniera profonda, forse
Nella birreria "avvenivano ogni giorno accese discussioni filosofiche, etetiche e letterarie, intercalate da risate, scherzi e spiritosaggini. I pasti duravano a lungo. Courbet mangiava lentamente, come usano fare i contadini.... [...] Per tutta la sera, dalle sei alle undici, mangiavamo, litigavamo, coniavamo motti e frasi, , ridevamo e giocavamo a biliardo. Courbet teneva banco. La brasserie era grande più o meno quanto il suo studio. Gli amici erano impazienti di vederlo arrivare... Egli argomentava su tutto, non solo sull'arte e sulle scienze, ma anche su ciò di cui non sapeva nulla...Erano molti i parigini attratti da quell'ammaliatore...Così la fama della brasserie si diffuse e molte delle frasi che vi venivano pronunciate divennero canzoni e poesie." (Castagnary)
Nel '38 il critico e pittore Alexandre Decamps scrive sul "National" :
"Le opere d'arte di una originalità troppo indipendente, d'una esecuzione troppo ardita, offendono gli occhi della nostra società borghese il cui spirito ristretto non può abbracciare nè le vaste concezioni del genio, nè gli slanci generosi d'amore dell'umanità. L'opinione marcia terra-terra; tutto ciò che è troppo vasto, tutto ciò che si eleva al di sopra di esse, le sfugge."
E ancora nel '38 scrive
" L'arte è un possente mezzo di educazione pubblica... si tratta di ritemprare l'arte in uno spirito sociale e di rendere la sua forza civilizzatrice"
In questi anni Courbet è influenzato dalle teorie anarchico-socialiste di Proudhon, dal socialismo utopico di Owen e Fourier. Fourier è l'inventore e propugnatore dei Falansteri, cioè di insediamenti rurali in cui fisicamente e ed economicamente si attui una vita in comune. Le famiglie abitanti in un Falansterio mettono insieme le risorse e dividono i frutti del lavoro; ci sono cucine in comune, asili e scuole. I tentativi di realizzare tali comunità non ebbero successo, solo l'industriale J.B.Godin riuscì qualche anno dopo ad organizzarne uno simile, ma attaccato alla sua fabbrica a Guisa.
Nel 1843 il critico Villemessant sulla rivista "Sylphide" scrisse a proposito delleselezioni del Salon "La giuria è composta da uomini educati sotto l'impero, opachi residui della scuola davidiana, che nei suoi anni migliori produsse artisti come Gros, Guerin, Girodet, Gerard, la falange più falsa e nociva di tutte lescuole. Fortunatamente per le arti questa maniera venne demolita da Ingres, nel nome del disegno , e da Delacroix, nel nome del colore."
E' il 1848 che catalizza tutte le energie e dà il via alla grande pittura realista. Dice infatti Courbet "Senza la rivoluzione di Febbraio forse non ci sarebbe mai stata la mia pittura". I tentativi di esporre al Salon non avranno successo fino al '44 con "Uomo col cane nero" ancora legato però alla sensibilità romantica.
Con "Dopopranzo a Ornans" Courbet sconvolge il panorama artistico. Viene esposto al salon del '48 contemporaneamente a "Le donne di Algeri" di Delacroix. Delacroix dice "Ecco un innovatore, un rivoluzionario, e vien fuori di colpo senza precedenti." In un interno modesto, attorno ad un tavolo, un uomo suona il violino(Promayet, amico di Courbet), un anziano (il padre) si appisola, egli stesso ascolta e un altro uomo (Adolphe Maret) si accende una pipa. Ogni uomo ha la dignità per essere dipinto a grandezza naturale, in un interno realistico. Basta con gli imperatori a cavallo e le eroine bibliche. Da questa grande opera verranno "I giocatori di carte" di Cezanne e "I mangiatori di patate" di Van Gogh"
Nel 1850 espone "Sepoltura a Ornans" una tela di grandi dimensioni : 315x668 (ora al Museo d'Orsay). Courbet rappresenta realisticamente un funerale nella sua città : tutto il paese è rappresentato , il sindaco, il parroco, i sacrestani, i borghesi, i contadini.Ci sono le sorelle e la madre di Courbet, il cugino di Proudhon, due vecchi vestiti alla Giacobina e il becchino del paese.
Courbet mette in primo piano la fossa e allinea la gente in secondo piano, ma con un realismo quasi epico, con una schiettezza non retorica. Anche le dimensioni danno fastidio, mai prima d'ora si erano dipinto contadini di tali dimensioni
Un uomo legato ancora alla cultura classicista è Ingres che non approva affatto :
"Come può capitare alla Natura di guastare con le proprie mani le sue più belle occasioni? La Natura ha dotato questo giovane dei suoi doni più rari...Quanti doni sacrificati... Niente come composizione, niente come disegno ma soltanto esagerazioni e quasi parodia. Questo giovanotto è un occhio... Quest'altro rivoluzionario sarà un esempio disastroso"
Infatti egli risponde "Dipingo ciò che vedo" e "La pittura è un'arte essenzialmente concreta, che può consistere soltanto nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti. E' un linguaggio tutto fisico che ha per parole tutti gli oggetti visibili. Un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, non è di dominio della pittura." Nel '49 dipinge ancora due opere fondamentali come "Lo spaccapietre" e "Gli spaccapietre"
Van Gogh dirà di Courbet
" Un ritratto di Courbet è di un valore più alto, è energico, libero, dipinto con ogni gamma dei bei toni profondi, di rosso-bruni, dorati, violetti, più freddi nell'ombra col nero... E' più bello del ritratto di chiunque tu voglia, il quale avrebbe imitato il colore del viso con orrenda esattezza."
La pittura di Courbet risente di numerose scuole : egli prende qualcosa dalla scuola spagnola : Velasquez, Ribera, Zurbaran, Goya; da quella fiamminga : Rembrandt, Hals; dai paesaggisti della scuola di Barbizon e specialmente Corot; da Constable; da Gericault e Delacroix e anche da David e Ingres.
"L'atelier del pittore" non viene ammesso all'Esposizione Universale del '55 che in quell'anno sostituisce il Salon. Vengono accettate 10 opere ma non la Sepoltura e l'Atelier. Allora Courbet con i soldi prestatigli dal collezionista Bruyas (il suo primo finanziatore) costruisce un padiglione privato ,davanti a quello ufficiale, dove espone le sue opere a pagamento (1 Franco).
Nel Salon ufficiale vi era un padiglione intero per Ingres, uno per Delacroix, i due grandi avversari e rappresentanti delle tendenze neoclassiche e romantiche. L'opera di Courbet aveva come sottotitolo : Allegoria reale. Interno del mio studio : una fase di sette anni della mia vita artistica. Nel quadro si vede Courbet intento a dipingere un paesaggio con una modella nuda di fianco e un bambino che osserva. A destra i suoi ammiratori : Champfleury, Bruyas, Promayet, Proudhon, due innamorati, una coppia di borghesi ammiratori,Baudelaire, Buchon. A sinistra figure simboliche : una mendicante irlandese che allatta, un bracconiere coi cani, reduci del'93, un rabbino, un operaio con le braccia conserte in segno di sciopero, una prostituta, un becchino.
Le opere di Courbet creano ogni volta scandalo : "Le bagnanti " del '53, "Le vagliatrici di grano" del '54 e "Ragazze in riva alla Senna" del '57. Come per le "Spigolatrici " di Millet la critica conservatrice diceva :
"Dietro le spigolatrici ci sono le rivolte contadine e gli incendi del '93".
Dipinge anche nudi femminili molto erotici : "Pigrizia e lussuria" e "L'origine del mondo" entrambi del '66. Opere commissionate da un diplomatico turco che le custodiva gelosamente nel suo appartamento. La seconda mostra un pube femminile in primo piano. Poi acquistata dal folosofo Lacan, ora è esposta al Museo d'Orsay.
Courbet partecipa alla Comune di parigi del'71, e viene eletto rappresentante. Propone di abbattere la Colonna Vendome; la colonna che, alla maniera di quelle antiche romane, celebrava le vittorie di Napoleone.
"La colonna Vendome è un monumento destituito di ogni valore artistico. tendente a perpetuare nella sua espresione, le idee di guerra e di conquista proprie di una dinastia imperiale, idee del tutto contrarie al sentimento di una nazione repubblicana." Il terrore controrivoluzionario del governo di Thiers fu spietato, furono fucilati 30.000 uomini e 40.000 furono deportati.
Ormai le critiche sono sempre più aspre :
Barbey d'Aurevilly " Sarebbe necessario mostrare a tutta la Francia il cittadino Courbet chiuso in una gabbia di ferro ai piedi della colonna Vendome. Lo si farebbe vedere a pagamento"
Alexandre Dumas figlio " Sotto qual cielo, con l'aiuto di qual letamaio, di quale mistura di vino , birra, di muco corrosivo e di flatulenza tumefazione, ha potuto svilupparsi queta zucca sonora e pelosa, questo ventre estetico, incarnazione dell'io imbecille e impotente?"
Il pittote Meissonier " Per noi è ormai necessario che Courbet sia morto"
Edmond e Jules de Goncourt "nell'arte di Courbet non v'era nulla di nulla"
Charles Perrier " Courbet è l'anticristo della bellezza fisica e morale"
Josephin Paladon "Immaginate uno dei contadini di Balzac che sappia dipingere; una specie di animale,ma astuto, che non vede lonatno, ma che vede giusto; un ignorante che non conosce nulla dell'arte e che non ha letto altro che gli articoli dove si parla di lui."
Il governo gli chiederà i soldi per la ricostruzione della colonna Vendome; confiscato di tutto andrà in esilio in svizzera dove morirà il 31 dicembre 1877.