Giorgio De Chirico

Volos 1888 – Roma 1978


Testo di Matteo Solazzo



Biografia Opere Menu principale

Autoritratto Fondatore della scuola Metafisica, nasce a Volos in Grecia da genitori di lingua italiana: il padre un ingegnere e la madre Gemma appartenente alla borghesia Genovese. Si iscrive al politecnico di Atene e, molto legato al fratello Andrea Alberto, chiamatosi nel 1914 Alberto Savinio, conobbe gli ambienti artistici parigini. Interrompe gli studi a causa della morte del padre (1905) e della conseguente decisione della madre di lasciare la Grecia. Alla fine dell'agosto del 1906 la famiglia de Chirico e' in Italia. In autunno si trasferiscono a Monaco di Baviera, dove il giovane Giorgio frequenta per circa due anni l'Accademia di Belle Arti, formando la propria personalità d'artista sui testi pittorici di Bocklin e Klinger e sugli scritti filosofici di Schopenhauer, Nietzsche e Weininger. Nel 1908 trascorre quattro mesi in Italia. Dipinge le sue prime tele sotto l'influenza di Bocklin (ll Centauro ferito, La battaglia tra Opliti e Centauri, etc.).

1910: Andrea parte per Parigi, mentre Giorgio raggiunge la madre a Firenze e iniziava a dipingere soggetti ove cercava di tradurre quel sentimento misterioso e potente scoperto nei libri di Nietzsche.

1911: raggiunge, con la madre, il fratello Andrea a Parigi, dove rimarrà fino al 1915. Qui la sua pittura, che finora ha elaborato le suggestioni dei pittori tedeschi da lui amati, si sviluppa in linguaggio autonomo. Dalla nostalgia dell'Italia e dal concetto di Stimmung ("L'atmosfera del senso morale") nasceranno le ulteriori prove metafisiche.
1912: partecipa al Salon d'Automne esponendo tre tele: una Piazza d'Italia, un Autoritratto e L'enigma dell'oracolo, che ottengono un buon successo di critica.

1913: è questo uno degli anni in cui espone più opere nei vari Salon, ed inoltre, incontra Picasso, Derain, Brancusi, Braque, Leger, e si immerge nello studio di Schopenhauer.

1914: a quest'anno risalgono le prime realizzazioni di nature morte, oltre ad una vastissima produzione relativa ai soliti manichini e piazze.

1915: In estate viene richiamato in Italia per lo scoppio della guerra. Passa la visita a Firenze e viene destinato a Ferrara. Riconosciuto il suo cattivo stato di salute, può svolgere un lavoro ausiliario e continuare a dipingere.

1916-17: L'impressione prodotta dall'ambiente urbano ed architettonico della città di Ferrara e' fondamentale per lo sviluppo della sua visione. Qui dipinge capolavori come Le muse inquietanti ed Ettore e Andromaca. L'influenza del suo mondo poetico è determinante per l'opera di Carlo Carrà. Oltre a Savinio, pure soldato nella stessa città, partecipa a frequenti discussioni artistiche anche Filippo de Pisis. Insieme danno vita alla breve stagione della "pittura metafisica".

1918-19: Nell'inverno viene trasferito a Roma. Frequenta i musei d'arte antica, in particolare quello di Villa Borghese, dove copia Lorenzo Lotto, ed ha la grande rivelazione della grande pittura davanti a un quadro di Tiziano. Collabora a riviste e frequenta i letterati e gli artisti facenti capo alla rivista "La Ronda". Decide di organizzare una personale mostra nella Galleria di via Condotti di proprietà dei fratelli Bragaglia con opere del periodo metafisico di Ferrara. Per l'occasione scrive Noi metafisici e "Valori Plastici" pubblica un volume in cui sono riprodotte dodici sue opere commentate da giudizi critici di illustri scrittori ed artisti.

1920-23: De Chirico divide il suo tempo tra Roma,Firenze e Milano. Collabora con la rivista "La Ronda", sulla quale pubblica l'articolo intitolato Classicismo pittorico, in cui esprime la sua ammirazione per Ingres e si dichiara fedele al disegno quale fondamento della grande arte classica. Nella sua pittura, infatti, si fa sempre piu' sentire una originale e romantica interpretazione della classicità e un interesse per la tecnica degli antichi Maestri rinascimentali. Dipinge le serie delle Ville romane, dei figliol prodigo, degli Argonauti e realizza una nuovo gruppo di nature morte. Rielabora, all'interno del nuovo spirito e della nuova tecnica, motivi metafisici degli anni precedenti.

1924: Partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e compie un breve viaggio a Parigi in occasione del quale conobbe Raissa Gurievitch Krol, un'attrice russa del Teatro degli Undici fondato da Pirandello, che sposerà in questo stesso anno.
1925-1927: si stabilisce con Ralssa nella capitale francese, avendo firmato un contratto con la galleria "L'effort moderne" e lavorando assiduamente con il mercante Paul Guillaume. I Surrealisti, che lo avevano eletto loro maestro, lo dichiarano morto nel 1918 e conducono un vero e proprio ostruzionismo verso la sua recente produzione. Allestisce una personale con trenta dipinti alla Galleria Paul Guillaume di Parigi. La rottura con il gruppo surrealista sembra definitiva: de Chirico avversa tutto quanto e' moderno e surrealista e sul n. 7 della "Revolution surrÈaliste" Breton lo definisce un "genio sprecato". Incomincia ad esporre in Italia e all'estero con il gruppo del Novecento italiano, accumunandolo a questa tendenza il "desiderio classico" insito nella sua pittura ("Pictor classicus sum"). I temi cambiano e diventano gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Gladiatori, i Mobili nella valle, i Bagni misteriosi, che ampliano il suo repertorio poetico.

1928: la polemica con i Surrealisti raggiunge il suo acme. Quando in febbraio de Chirico inaugura da Rosenberg una mostra di quadri recenti d'impronta classicheggiante, i Surrealisti allestiscono nella loro galleria una esposizione intitolata "Opere antiche di Giorgio de Chirico", con dipinti metafisici, in buona parte provenienti dalla collezione personale di Breton. In marzo le due mostre vengono inaugurate a Bruxelles. Andre' Breton pubblica Le Surrealisme et la peinture, esaltando le opere dechirichiane anteriori al 1918 e condannando quelle successive. L'arte di de Chirico e' comunque riconosciuta dai massimi artisti dadaisti e surrealisti (Ernst, Tanguy, Magritte, Dali, etc.) quale fonte delle loro ricerche e creazioni.Anche le opere piu' recenti cominciano comunque ad ottenere favorevoli consensi critici e sono oggetti di studio da parte del critico George Waldemar.

Foto di De Chirico 1929-30: pubblica in francese il suo romanzo Hebdomeros, le peintre et son genie chez l'ecrivain. A Montecarlo realizza scenari e costumi per il balletto Le bal di Rietti. La crisi del 1929 crea una situazione difficile per il mercato dell'arte e de Chirico decide di ritornare definitivamente in Italia, fissando la propria dimora a Roma. E' con lui Isabella Pakszwer Far, che ha conosciuto a Parigi e che resterà al suo fianco per tutto il resto della vita. Intanto l'artista prosegue la ricerca avviata sui valori plastici, il preziosismo cromatico e la qualità della materia pittorica. Partecipa a molte mostre internazionali.

1931-34: E' a Milano dove espone con successo alla Galleria Barbaroux. Espone anche a Praga, a Bruxelles ed in altri paesi europei. Realizza scene e costumi per I puritani di Bellini al Maggio Musicale fiorentino ed esegue un grande murale con la tecnica della tempera all'uovo (in seguito distrutto) per la Triennale di Milano. Tristan Tzara ed i Surrealisti tentano una lettura in chiave psicanalitica del dipinto L'enigma di una giornata e la pubblicano sul n. della rivista "Le Surrealisme au service de la Revolution".

1935-45: Dopo che la Quadriennale romana gli aveva dedicato una sala, si reca a New York dove rimane per diciotto mesi. In ottobre presenta una serie di opere datate 1908-1918 presso la galleria di Pierre Matisse ed ottiene un buon successo di pubblico e critica. Prende poi parte alla mostra del Museo of Modern Art di New York dedicata all'Arte fantastica, Dada e Surrealismo. Nel giugno del 1936 muore sua madre. Dal 1939 al 1942 vive prevalentemente a Milano. Allestisce mostre a Torino, Milano e Firenze. Dipinge ormai tele naturaliste ed esegue numerosi ritratti . S'interessa alla scultura in terracotta e traduce nella terza dimensione i suoi personaggi preferiti: Ettore e Andromaca, Archeologi, etc. Nel marzo del 1941 allestisce la sua prima esposizione di sculture alla galleria Barbaroux di Milano. Trascorre gli anni della guerra tra Milano, Firenze e Roma, dove poi si stabilisce di nuovo in maniera definitiva.

Dopo il 1945: Nel secondo dopoguerra si fanno più frequenti gli impegni dechirichiani con il teatro lirico; s'intensifica in questo periodo anche l'attività grafica dedicata all'illustrazione.

Muore a Roma il 20 novembre 1978, all'età di 90 anni.