Il moro di Haarlem, 1926
olio su cartone telato, cm. 41X34
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Filippo De Pisis soggiorna a Parigi dal 1925 al 1939. Al métro, nei
lungosenna e nelle vie della vecchia città rimane colpito da un’umanità variegata: ragazzi di vita, operai
emigranti e clandestini,.
Il giovane ritratto nel quadro, con gli occhi arrossati dal bere, appartiene a
questi ambienti della Parigi metropolitana. Il ritratto, incisivo e diretto,
mette in evidenza la
preferenza accordata dal pittore agli umili e un certo pudore nel ritrarre i
loro tristi destini.
La serie, che De Pisis ritrae a Parigi, preannuncia i ritratti dei diseredati
degli anni Quaranta. |
Le cipolle di Socrate (Les oignons de Socrates), 1927
Olio su cartone, cm 71,5 x 45,5
Ferrara, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”
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Nella primavera del 1925 de Pisis si trasferisce a
Parigi, dove all’inizio da corso ad una personalissima rivisitazione della
pittura metafisica conosciuta negli anni ferraresi quando nasce la sua amicizia
con De Chirico che si riflette in quell’incantesimo onirico e intellettuale di
questo dipinto
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Natura morta marina 1929
Olio su cartone telato, cm 50 x 71
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“In fondo una linea netta d’azzurro mare
sotto un bel cielo grigio palpitante, sul
primo piano sabbia umida o arsa, una
conchiglia bianca e rosea, una lumaca, un
sasso levigato, una aragosta. (…) queste
immagini colorate parlano di eterno e di
Amore”.
Filippo de Pisis descrive una delle sue
invenzioni più geniali, la “natura morta
marina”, in un brano del romanzo "Le memorie del
marchesino pittore", autobiografia scritta a Parigi.
In questa "Natura morta marina", priva di
figure umane e di imbarcazioni, solo
due conchiglie e un altro relitto (forse una
piuma) sono adagiati sulla sabbia appena
ravvivata da qualche traccia di rosso e di
verde, mentre la striscia del mare si
increspa di tre grumi bianchi di schiuma.
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Gladiolo Fulminato 1930
Olio su cartone incollato su compensato, cm 71,5 x 51
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Nei soggetti inanimati di de Pisis sovente si consuma una tragedia, come in
questo
"Gladiolo fulminato" dove balena il destino di una vita stroncata all'improvviso
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Ponte sulla Senna, 1937
olio su tela
cm 54x81
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Le vedute parigine dipinte nel corso del 1937 mettono in risalto il
cambiamento avvenuto in De Pisis dopo il soggiorno a Londra del 1935: è una
nuova ispirazione che dura felice fino al 1940. Affermava F. Arcangeli: "...Non
è più la volta, ora, di Delacroix o di Manet; è quella di Monet, di Sisley, di
Pissarro.
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Chiesa di Cortina, 1937
olio su tela, cm. 91X69
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Il quadro partecipò al Premio Bergamo del 1939, dove vinse il secondo posto
dopo Pio Semeghini. Filippo De Pisis, apprendendo la notizia, così scrive a
Rimoldi: “ È ridicolo pensare che il I premio è stato dato ad un pittore buono
sì, ma che, tu lo sai bene, non ha nulla a che fare con il grosso, grande
Pippo. Piovene, critico intelligente, lo fa ben sentire tra le righe del suo
articolo e cita primo fra tutti il tuo quadro..”
La tela mette in risalto la grande “pittura di tocco” di De Pisis. La chiesa è
ritratta con una pennellata fluida e veloce.
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Soldatino francese (soldato nello studio), 1937
olio su tela, cm. 100X73 |
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Si tratta di uno dei quadri più famosi del pittore ferrarese. De Pisis
ritrae nella casa di rue Servandoni un pallido giovane in divisa militare. Il
soldato dal viso color cera sembra quasi perdersi nella stanza piena di quadri
appesi. Vi è tutta la umana pietà e tenerezza del pittore per gli umili.
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Rose bianche, 1950
Olio su tela, cm 50 x 39,7
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È in clinica, a Villa Fiorita (Milano), che matura appieno l’ultima fase
della sua pittura. È l’anno 1950. “Ora sto molto meglio e dipingo come un
Angelo”, scrive Filippo de Pisis nella tarda primavera. Fu forse in quei giorni
che l’artista trovò la forza di schiarire la sua tavolozza e infondere un
estremo palpito di vita ai suoi soggetti, tra cui, le commuoventi Rose bianche
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Cannes, 1934
olio su cartone, cm. 63X45
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A Cannes De Pisis trascorre le vacanze estive nel 1931 e 1932; vi
torna poi nel 1934 assieme a Giovanni Cavicchioli ed anche nel 1938. La località
della Costa Azzurra è ritratta sotto un cielo estivo pieno di luce e in tutta la sua
rigogliosa vegetazione, da cui emergono le palme della Croisette. Il quadro è
caratterizzato da una pittura leggera, che tende ad esaltare i luminosi orizzonti
estivi della località.
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