www.marcomarcucci.com
il sito di Marco Marcucci

Acquarelli_____Links_____Controinformazione_____News____Liceo "P. Levi"______Spettacoli_____Gif e Jpeg_____HTML_____Storia dell'arte



Filippo de Pisis

Ferrara 1896 - Milano 1956


Testo di Francesca Pecorari



 ........ Menu DePisis

 



Il moro di Haarlem, 1926
olio su cartone telato, cm. 41X34
 
Filippo De Pisis soggiorna a Parigi dal 1925 al 1939. Al métro, nei lungosenna e nelle vie della vecchia città rimane colpito da un’umanità variegata: ragazzi di vita, operai emigranti e clandestini,.
Il giovane ritratto nel quadro, con gli occhi arrossati dal bere, appartiene a questi ambienti della Parigi metropolitana. Il ritratto, incisivo e diretto, mette in evidenza la preferenza accordata dal pittore agli umili e un certo pudore nel ritrarre i loro tristi destini. La serie, che De Pisis ritrae a Parigi, preannuncia i ritratti dei diseredati degli anni Quaranta.

Le cipolle di Socrate (Les oignons de Socrates), 1927
Olio su cartone, cm 71,5 x 45,5
Ferrara, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”

 

 

 

Nella primavera del 1925 de Pisis si trasferisce a Parigi, dove all’inizio da corso ad una personalissima rivisitazione della pittura metafisica conosciuta negli anni ferraresi quando nasce la sua amicizia con De Chirico che si riflette in quell’incantesimo onirico e intellettuale di questo dipinto

 

 

 

 

Natura morta marina 1929
Olio su cartone telato,  cm 50 x 71
 

 

“In fondo una linea netta d’azzurro mare sotto un bel cielo grigio palpitante, sul primo piano sabbia umida o arsa, una conchiglia bianca e rosea, una lumaca, un sasso levigato, una aragosta. (…) queste immagini colorate parlano di eterno e di Amore”.
Filippo de Pisis descrive una delle sue invenzioni più geniali, la “natura morta marina”, in un brano del romanzo  "Le memorie del marchesino pittore", autobiografia scritta a Parigi.
In questa "Natura morta marina", priva di figure umane e di imbarcazioni, solo due conchiglie e un altro relitto (forse una piuma) sono adagiati sulla sabbia appena ravvivata da qualche traccia di rosso e di verde, mentre la striscia del mare si increspa di tre grumi bianchi di schiuma.
Gladiolo Fulminato 1930
Olio su cartone incollato su compensato, cm 71,5 x 51

 

 


 

Nei soggetti inanimati di de Pisis sovente si consuma una tragedia, come in questo "Gladiolo fulminato" dove balena il destino di una vita stroncata all'improvviso

 

 

 

 

Ponte sulla Senna, 1937
olio su tela
cm 54x81

 

 

Le vedute parigine dipinte nel corso del 1937 mettono in risalto il cambiamento avvenuto in De Pisis dopo il soggiorno a Londra del 1935: è una nuova ispirazione che dura felice fino al 1940. Affermava F. Arcangeli: "...Non è più la volta, ora, di Delacroix o di Manet; è quella di Monet, di Sisley, di Pissarro.

 

 

Chiesa di Cortina, 1937
olio su tela, cm. 91X69

 

 

 

 

 

Il quadro partecipò al Premio Bergamo del 1939, dove vinse il secondo posto dopo Pio Semeghini. Filippo De Pisis, apprendendo la notizia, così scrive a Rimoldi: “ È ridicolo pensare che il I premio è stato dato ad un pittore buono sì, ma che, tu lo sai bene, non ha nulla a che fare con il grosso, grande Pippo. Piovene, critico intelligente, lo fa ben sentire tra le righe del suo articolo e cita primo fra tutti il tuo quadro..”
La tela mette in risalto la grande “pittura di tocco” di De Pisis. La chiesa è ritratta con una pennellata fluida e veloce.

 

 

 

 

Soldatino francese (soldato nello studio), 1937
olio su tela, cm. 100X73
Si tratta di uno dei quadri più famosi del pittore ferrarese. De Pisis ritrae nella casa di rue Servandoni un pallido giovane in divisa militare. Il soldato dal viso color cera sembra quasi perdersi nella stanza piena di quadri appesi. Vi è tutta la umana pietà e tenerezza del pittore per gli umili.
 
Rose bianche, 1950
Olio su tela, cm 50 x 39,7

 

 


 

È in clinica, a Villa Fiorita (Milano), che matura appieno l’ultima fase della sua pittura. È l’anno 1950. “Ora sto molto meglio e dipingo come un Angelo”, scrive Filippo de Pisis nella tarda primavera. Fu forse in quei giorni che l’artista trovò la forza di schiarire la sua tavolozza e infondere un estremo palpito di vita ai suoi soggetti, tra cui, le commuoventi Rose bianche

 

 

 

Cannes, 1934
olio su cartone, cm. 63X45

 

 

 

 

A Cannes De Pisis trascorre le vacanze estive nel 1931 e 1932; vi torna poi nel 1934 assieme a Giovanni Cavicchioli ed anche nel 1938. La località della Costa Azzurra è ritratta sotto un cielo estivo pieno di luce e in tutta la sua rigogliosa vegetazione, da cui emergono le palme della Croisette. Il quadro è caratterizzato da una pittura leggera, che tende ad esaltare i luminosi orizzonti estivi della località.