Residenza di Canoas a Barra De Tijuca.
1952, cemento e vetro, collina in prossimità di Rio De Janeiro
|

|
La casa è situata nelle vicinanze di Rio de Janeiro a Canoas a Barra de Tijuca; è
considerata come una delle tappe fondamentali del nuovo rapporto che stava
nascendo fra architettura e natura in quanto, grazie alle sue forme sinuose,
ben si sposa con la natura che la circonda diventando essa stessa parte
integrante della paesaggio.Questa
casa inoltre, ripropone alcuni elementi che furono
tipici della casa d’infanzia dell’architetto quali: il bianco, le finestre
azzurre e il tetto piano.
Essa fu progettata e costruita nel 1952.
La costruzione si infrange su un enorme blocco di
granito che costituisce la parte centrale della costruzione e si appoggia a
una collina che si affaccia sulla baia di Rio.
La residenza di Canoas è formata da due piani: in
quello inferiore sono ubicati gli ambienti privati, mentre in quello
superiore si trovano gli spazi collettivi. Gli arredi interni sono stati
disegnati dallo stesso Niemeyer e dalla figlia Anna
Maria: essi conferiscono alla stessa casa un' atmosfera intima che si può cogliere anche nelle
originali curve presenti in ogni angolo dell'abitazione. Le finestre delle
camere da letto si caratterizzano per il profilo sporgente e si affacciano
sulla foresta circostante.
L'ambiente circostante non appare ricreato artificialmente, ma risulta libero
di insinuarsi in tutti i meandri dell'abitazione, come accade, ad esempio,
per l'ampia sporgenza di granito che dal giardino penetra nel soggiorno,
quasi affiorando dal pavimento.
Accanto alla piscina è possibile ammirare delle sculture realizzate da
Alfredo Ceschiatti, amico dell'architetto
brasiliano; le ondulazioni eleganti dei corpi femminili s'inseriscono
perfettamente nel contesto di forme fluttuanti.
Risulta,invece,molto diverso il rapporto esistente
tra la casa ed il paesaggio, se ci spostiamo nella zona notte: qui Niemeyer ha progettato gli spazi come rifugi, dotandoli
di piccole finestre, le quali mostrano solo un pezzetto del lussureggiante
verde esterno.
Le forme concave degli elementi architettonici,generano
una spazialità plastica che favorisce la fusione armonica tra ambienti
interni ed esterni ed evidenzia il senso di appartenenza alla natura. Anche
il tetto sinuoso, sorretto da pilotis, contribuisce
a sottolineare l'andamento dell'abitazione,
enfatizzato dal ritmo della facciata di vetro.
Tutti gli elementi risentono dell'influenza di Le Corbusier.
|
Palazzo dell'Alvorada.
1957, cemento e vetro, Brasilia.
|

|
Nei palazzi dell’Alvorada, residenza
del presidente della repubblica brasiliana, del Planato, edificio di
rappresentanza del presidente e nel palazzo di Giustizia, Niemeyer
fornì la moderna interpretazione dell’architettura classica dei palazzi. Gli
interni furono arredati dallo stesso architetto e dalla figlia.
L’Alvorada è segnato da colonne paraboliche in
cemento armato che sostengono, quasi senza sfiorare il terreno, l’edificio in
vetro, cubico e orizzontale, di ispirazione
tipicamente classica.
Il palazzo è, come quasi tutti gli edifici di Niemeyer,
circondato da un laghetto artificiale su cui è possibile transitare
attraverso una serie di passerelle poste quasi a livello dell’acqua. Al
centro di questo laghetto vi è una statua raffigurane due donne sedute, con
le gambe incrociate, nell’ atto di tirarsi i
capelli.
L’effetto di leggerezza raggiunto n questo e in altri palazzi realizzati dall’architetto
rappresenta la metafora della redenzione umana attraverso la speranza i un futuro più giusto e con meno sofferenza per il paese,
per questo motivo in tutto il progetto pilota di Brasilia egli tenta di
sollevare lo sguardo del visitatore al di sopra dei problemi che la vita
porta a ognuno.
|
Cappella della madonna di Fatima.
1957-1958, cemento e azulejos, Brasilia.
|

|
Questa cappella risponde alle esigenze di avere una chiesa a Brasilia.
Essa è collegata a un terreno pianeggiante, ha la forma di una tenda di cui
l’elemento dominante è il tetto. L’utilizzo del simbolo della tenda serve a estendere, metaforicamente, il significato della
costruzione a luogo di rifugio.
Il tetto ha la forma di un triangolo di cui una delle punte risulta sollevata rispetto alle altre, quella in
corrispondenza dell’entrata, in corrispondenza di questa si schiude il muro
perimetrale a forma di U, esso risulta essere interamente coperta di azulejos azzurre e per questo motivo il muro perimetrale
risulta quasi cancellato al primo sguardo e grazie a questo, quindi, il tetto
ne risulta ulteriormente esaltato.
Internamente le pareti sono decorate da un affresco di Volpi, a disegni
geometrici di colore prevalentemente azzurro, per conservare l’accordo
cromatico con il muro esterno.
|
Cattedrale metropolitana nossa sehnora aparecida.
1958-1960, cemento e vetro, Brasilia.
|

|
La cattedrale fu progettata da Niemeyer
nel 1958.
Nel 1960 la struttura principale, consistente in un'area circolare di 70 m dalla quale si innalzano le colonne, era pronta, ed il 1970 venne
inaugurata, con l'aggiunta dei vetri esterni trasparenti.
Questa struttura iperboloide è costruita in cemento
armato, e pare che con il suo tetto di vetro si alzi svettando verso il
cielo. Il progetto di Niemeyer della Cattedrale di
Brasilia si basó sulla figura dell'
iperboloide di rivoluzione, in cui le
sezioni sono asimmetriche.
Questa struttura è il risultato dell'unione di 16 colonne identiche di
cemento armato, aventi sezioni iperboliche e pesanti 90 tonnellate ciascuna,
che nell'intento originario dovevano rappresentare
due mani in movimento verso il cielo. Nella piazza di accesso
alla cattedrale si trovano quattro sculture di bronzo di tre metri di
altezza, realizzate da una collaborazione di Alfredo Ceschiatti
e Dante Croce, raffiguranti gli evangelisti.
Per la sua posizione nella spianata dei ministeri (Esplanada
dos Ministérios), gran parte dei fedeli che frequentano
le funzioni è composta da turisti o da fedeli che
lavorano in quella zona.
|
Palazzo Mondadori.
1970, cemento e vetro, Segrate, Milano.
|

|
Il progetto della casa della fu voluto
da Arsolo e Giorgio Mondadori per nuovi spazi
dedicati agli uffici e alla redazione della casa editrice; scelsero Niemeyer in quanto Giorgio rimase folgorato dalla vista
del palazzo degli esteri realizzato in Sudamerica.
Il progetto prevede una laguna artificiale in cui si specchino
i due edifici dedicati agli uffici dal flessuoso sviluppo longitudinale,
integrati dal corpo fitoforme adibito
all’auditorium e al centro della redazione oltre che alla mensa.
Il progetto inizia a nascere con alcuni schizzi del 1968 e si concretizza in
un progetto accurato l’anno successivo, sfruttando 43.956 metri quadri
per la costruzione dei tre edifici e circa 9.000 metri quadri adibii invece alla costruzione del lago artificiale e ai
parcheggi.
Il progetto, nonostante le insistenze che i Mondatori fecero perché
assomigliasse a quello del ministero degli esteri, rivela però un desiderio di emancipazione di libertà dalle costrizioni del
precedente; infatti l’utilizzo dei fronti in cemento armato con pilastri e
archi parabolici e la loro diversa ampiezza rivelano le vere intenzioni
dell’architetto, anche la definizione planimetrica e strutturale dei due
edifici ne attesta le differenze.Lo schema statico
di un semplice portale viene reiterato
trasversalmente lungo la giacitura dei due corpi principali, resi
indipendenti per permetterne la costruzione frazionata. Per gli edifici bassi
delle redazioni e dei servizi generali vengono
invece elaborate delle forme libere e meno audaci (telaio in cemento armato e
elementi prefabbricati) anche se inusuali.
La contrapposizione dialettica tra un organismo eminente e un corpo basso,
soggetto a diverse geometrie generative diverse, è ricorrente nelle opere di Niemeyer; nel palazzo mondatori ai volumi principali
degli edifici soggiacciono i bassi corpi della redazione e dei servizi; anche
l’idea della sospensione dell’edificio non è un idea
del tutto nuova.
Il dinamismo perduto dell’adozione dell’impianto ortogonale è sublimato dalle
diverse luci degli archi, la cui sequenza induce, grazie anche alla distorta
prospettiva, all’illusoria percezione di un andamento sinuoso della facciata.
Viene razionalizzato il sistema statico: i portali
in cemento armato corrispondenti a ogni coppia di pilastri (le facciate sono
infatti speculari) reggono due travi trasversali rettilinee, a cui sono
agganciati i 56 tiranti che sostengono il corpo librato, ridotto da 6 a 5 piani, l’ultimo dei
quali è stato designato agli uffici della dirigenza.lo stacco tra scocca e corpo sospeso viene
mantenuto con l’arretramento del perimetro vetrato rispetto al profilo di
facciata.
La copertura dei cinque piani di uffici è costituita
da una doppia soletta di cemento armato innervato da una serie di travi
trasversali, corrispondenti ai portali e da due travi ortogonali a cui sono
agganciati diversi tiranti.
Al piano terra vi è un atrio che affianca lo spazio dedicato agli ascensori
permettendo anche l’accesso agli altri organi della redazione e dei servizi
generali e della mensa. Gli azulejos di Bulcao rivestono la base delle due torri verticali
tramite un semplice motivo decorativo. La scultura di Pomodoro che emerge
dalle acque alla destra della passerella d’ingresso ,
inseme alla sistemazione del giardino, completano
la sistemazione dell’edificio al quale è annesso un centro sportivo.
|
Sede delle cartiere Burgo.
1980-1981, cemento e vetro, S. Mauro torinese.
|

|
Le cartiere, in principio, furono commissionate a Metterle ma poi furono affidate dalla Mondatori Engeneering a Niemeyer nel
1978.
Essa prevedeva una pianta di tipo anulare sviluppata su due piani.Il progetto in realtà si articola su tre piani, il primo
dei quali è un seminterrato,gli altri due,invece,
sono rispettivamente destinati a: servizi e uffici generali e infine alla
dirigenza.
L’edificio, che copre una superficie di circa 6000 mq, è costituito dunque da
una specie di disco collegato al taburo centrale della hall da 4 percorsi radiali che attraversano uno
spazio intermedio aperto sistemato a giardino pensile anulare che
s’interrompe fra la hall centrale e gli uffici.
La hall è caratterizzata da un giro di pareti forato
da finestre ovali con vetrate che si affacciano sul giardino.
Al piano superiore dell’edificio si appoggia un cono tronco ritagliato sulla
parete da archi tricentrici dai quali si affacciano
gli uffici della direzione.
Il piano sotteraneo è occupato dalle
centrale tecnologica, dalla sala assembleare e dalla mensa.
L’edificio armonicamente inserito nel terreno lievemente ondulato si specchia
nel laghetto adiacente che assolve a funzioni pratichedi raffreddamento degli impianti e riflette il
volume bianco e leggero dell’edificio.
La sua realizzazione ha richiesto vari metri quadri di speciali vetrate thermopane che per le loro dimensioni si rivelarono al limite delle possibilità tecnologiche di
quegli anni.
Durante la sua costruzione si sono dovuti affrontare
vari problemi in campo tecnologico, a cominciare da quello sul controllo dei
consumi energetici con l’uso di tecniche avanzate per il recupero e il
riciclo di calore e l’adozione di impianti di illuminazione a intensità
variabile. Molta cura è stata posta poi per garantire livelli
ottimali di isolamento termico e acustico per assicurae
il massimo del benessere ai singoli posti di lavoro. Il problema della
sicurezza è stato invece risolto potenziando i normali impianti di
rilevazione di fumi e di spegnimento automatico a halon
per le zone a maggiore rischio.
|
Mausoleo Juscelino Kubitschek.
1982, cemento e vetro, Brasilia.
|

|
Il mausoleo è situato a Brasilia e
ideato nel 1982.
In quegli anni Niemeyer fu
incaricato di disegnare un luogo destinato a custodire l’arca funeraria di Kubitschek, affianco da un museo commemorativo della sua
attività politica.
Lo spazio seminterrato è ampio; i murales di Bulcao ne distribuiscono i percorsi d’ombra con il lume
tenue di azzurro e vermiglio che intervalla gli
episodi salienti: candido, in esterno, il basamento quadrato coronato dalla
copertura circolare di una cupola schiacciata con le forme delle onde, su di
esso si erge un sottile pilastro che regge la statua di Kubitschek,
liberando una vela che raccoglie e ripara la statua stessa.
L'acqua gira
intorno alla base filtrando attraverso aperture scHermate disposte al limite della sua superficie,
lo spazio sottostante, riflettendo e moltiplicando il singolare componimento
plastico, è interrottO dalle mura sottili che
arginano la rampa di discesa, per questo motivo colpiscono l'osservatore coi
nitori abbaglianti del mondo solare e con un notturno universo di mistero.
Il mausoleo, collocato in periferia, non era previsto dal piano pilota di
Brasilia.
|
Passerella Do Samba.
1983-1984,cemento, Rio De Janeiro.
|

|
La decisione di sostituire l’impianto di palchi e tribune con la
costruzione della passerella do samba fu dovuta a
governatore di rio, essa risale al 1983 in coincidenza con la festa dell’anno
successivo.
Il suo principio fondatore risale al rapporto sperpero-investimento, fu infatti previsto che le spese sarebbero state
ammortizzate nel giro di circa due anni.
Questa costruzione non era solo soddisfacente sul piano formale e funzionale infatti egli accolse l’idea di convocare Niemeyer che subito accettò e propose cinque diversi
progetti, fu scelto il progetto che non dava un effetto absidale e sacro e
che sarebbe poi stato decorato da Peretti e Bulcao.
Il progetto fu arricchito dalla sua destinazione infatti, grazie a un congegno capace di consentire l’uso
dei vani chiusi interni alle tribune come luoghi scolastici. Le tribune sono, per giunta, create sul piano inclinato di blocchi allineati
di 60 metri
poggianti su pilotis, esse includono le aule
con un sistema di reciproca integrazione.
|
Museo d'arte contemporanea.
1993, cemento e vetro, Niteroi, Rio De Janeiro
|

|
Durante il suo progetto Niemeyer
disegnò la forma capovolta di una piramide appoggiata sulla vetta di un alto
strapiombo, così facendo egli gli attribuì una carica di incerta
tensione.
Questo progetto se poi guardato nei particolari
mostra tutta la sua somiglianza con il progetto mai realizzato di Caracas in
quanto entrambi si basano sulla stessa idea di base.
In questo progetto la forma originaria sembra assumere la sinuosità del
lungomare e delle montagne in cui si trova inserita, in questo modo
l’equilibrio che caratterizzava il progetto di Caracas cede il passo all’integrazione
fra la forma in cemento di un calice e lo spazio della natura circostante.
Grazie alla sua forma che raggiunge un diametro di circa 50 metri,la struttura sembra fluttuare nell’aria ed emerge
dall’acqua, così facendo essa risulta dematerializzata
e lo stesso cemento non è più solo simbolo di solidità ma mostra le sue reali
possibilità in quanto diviene simbolo di leggerezza e grazia.
Questo progetto però non fu così semplice da realizzare in quanto furono
necessari lunghi studi sulle tecnologie e sui materiali per costruire le
vetrate che circondano l’edificio in quanto esse dovevano essere in grado di
resistere ai forti venti oceanici e per poter realizzare i tamponameni trasparenti che fossero in grado di
conferirle leggerezza nelle rampe di accesso.
All’interno del MAC troviamo il salone espositivo principale e una veranda
vetrata panoramica. Il piano ammezzato dell’edificio, che circonda l’intero
del museo, è diviso in piccoli spazi adibiti alle esposizioni. Nel piano
interrato si trovano i magazzini, il bar, un ristorante e un auditorium. La
rampa sinuosa, dipinta di rosso per volere dello stesso Niemeyer,
a schizzi che dovevano riprodurre quelli sanguigni, collega la piazza con
l’interno del museo.
Questa sua insolita forma è dovuta alla concezione
che Niemeyer aveva di museo, secondo lui infati esso non doveva essere un luogo adibito alle sole esposzioni ma doveva essere esso stesso una grandiosa
opera d’arte, il MAC perciò può essere considerato come un paradigma di come
l’arte possa ospitare l’arte stessa.
Il museo, in quanto luogo adibito ad ospitare opere moderne, si pone
provocatoriamente in un luogo irrazionale. La sua architettura si definisce
più che negli spazi interni nella sua apertura verso l’esterno.
Con questo progetto Niemeyer ruppe precetti
modernisti che volevano il museo come un susseguisi
di stanze silenziose per affermare la loro voce tramite l’integrazione con lo
spazio circostante,in conseguenza di una specificità
che per alcuni è considerata come un errore.
|
Museo Oscar Niemeyer.
2001, cemento e vetro, Curitiba, Panara, Brasile.
|

|
Con la costruzione del museo è possibile vedere come forma e
funzione vadano di pari passo, con questo e altri
progetti realizzati dall’architetto ormai centenne, si nota come egli sia
rimase fedele alle sue idee di ricerca dell’innovazione tecnologica e architettonica,
pur rimanendo sempre associata all’interesse per le espressioni artiche.
Questo museo si impone di due edifici staccati fra
loro ma congiunti da una serie di rampe e tunnel. Il primo edificio, chiamato
Castello Branco (Castello Bianco), fu progettato nel
1967 come scuola; ha una forma rettangolare di 205x44 metri ed è interamente
costruito in cemento armato precompresso e formato da un unico piano sorretto
da pilotis.
La seconda costruzione, posta di fronte
alla prima, occupa uno spazio di circa 3000 metri quadrati
e assume una forma ad occhio. La sua struttura fu disegnata fu progettata nel
2001 e realizzata nel 2002 con forme e dimensioni a
dir poco impressionanti, esso occupa infatti 70 metri di lunghezza
per 30 di altezza.
La parte centrale dell’edificio poggia su una torre alta
circa 21 metri.
L’intero edifico, secondo la ben nota idea di
architettura di Niemeyer, sembra sorgere da uno
specchio d’acqua.
Per questo progetto l’architetto si serve della stessa soluzione già adottata
per il museo d’arte di Niteroi, dove una base
centrale sostiene un grande disco di cemento, ma i
questo caso egli fa in odo che la base diventi una specie di piedistallo per
la scultura dell’occhio che, nonostante il suo non indifferente peso, sembra
fluttuare nell’aria.
L’occhio è stato rivestito con ceramica gialla e su tre delle quattro facce
vi sono dei disegni di Niemeyer: un nudo di donna
che sembra danzare con le braccia aperte quasi a disegnare una linea curva
che, in opposizione a quella formata dalle braccia, sembra essere una
parabola (sulla facciata posteriore); due disegni astratti e gemelli sono
invece posti sulle facciate laterali si riferiscono alle forme delle rampe
che nascono dal ilastro di sostegno.
I due edifici possono essere considerati complementari tra loro in quanto
entrambi possiedono un carattere monumentale ma mentre l’occhio si serve di
curve tonde l’altro edificio invece usa linee molto rigide.;
questi due edifici, inoltre hanno anche ruoli formali diversi: l’occhio
funziona come museo e, per via della sua forma, impone che le esposizioni
siano in perfetta armonia con le forme del contenitore, il castello Branco
invece permette vari utilizzi proprio grazie alla sua forma, la sua area
espositiva interna infatti è divisa in nove gallerie improntate al modello
asettico permettendone così la massima flessibilità.
Le curve usate nell’occhio assomigliano molto a quelle già usate per la
chiesa di Pampulha a Belo Horizonte,
in questo modo Niemeyer mostra inequivocabilmente
la continuità della sua idea ma, allo stesso tempo,
analizza un nuovo mondo che è quello dell’occulto in cui un occhio diventa
una forma originale aperta al mistero della forma e dello sguardo soggettivo,
lanciando così uno sguardo al futuro.
|