Giovanni Carnovali detto il Piccio
Salmace ed Ermafrodito
1856 olio su tela 35x25, Collezione privata
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Giovanni Carnovali detto "il Piccio" è uno degli artisti che più ha influenzato le opere dei due grandi pittori della Scapigliatura: Ranzoni e Cremona.
In quest'opera la vibrazione delle pennellate, la sfrangiatura dei contorni creano quella tensione emotiva molto cercata dagli Scapigliati. L'amore non corrisposto della Ninfa Salmace verso Ermafrodito (figlio di Ermes e Afrodite), che nell'immagine si scansa infastidito, è vendicato dagli dei che poco dopo uniranno per sempre i due amanti in un unico essere, metà uomo e metà donna.
Il mito raccontato da Ovidio nelle "Metamorforsi" diventa lo spunto per parlare d'amore. Anche il paesaggio indefinito partecipa alla resa emotiva. |
Federico Faruffini
La lettrice o Clara
1865 olio su tela, 40x59 Milano, Galleria d'Arte Moderna
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L'opera è probabilmente frutto di una commissione privata, infatti non è mai stata esposta in pubblico fino al 1900 quando arrivò al museo insieme al legato dell'ingegner Luigi Luvoni. La datazione è quindi incerta ma un'acquaforte e un disegno preparatorio la collocano nel 1865 (Marchesi, 2004).
La donna ritratta è forse Clara, la co-protagonista del romanzo omonimo di Iginio Ugo Tarchetti pubblicato a puntate in quegli anni su "Il Pungolo".
La donna, vista di spalle, seduta su un divano rosso di un interno borghese ma contemporaneamente boheme, legge un libro e contemporaneamente fuma, tenendo vezzosamente la sigaretta con la mano sinistra, tra pollice e indice. In secondo piano, su un tavolo, una pregevole natura morta di libri e oggetti.
Faruffini, nato nel 1833 a Sesto San Giovanni, morì suicida a Perugia nel 1869 a 36 anni, ingerendo cianuro di potassio.faruffini si formò alla Scuola Civica di pittura di Pavia con Giacomo Trecourt, dove conobbe Tranquillo Cremona. Fu influenzato dal Piccio e da Domenico Morelli.
Una donna che legge e fuma negli anni'60 dell'ottocento è già una scena modernissima, rivela la cultura e la libertà ottenuta dalla donna. Legge unlibro come è solita fare, visti i libri sul tavolo,, tranquillo nel suo angolo di casa, come suggerisce laluce radente che la isola dal mondo
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Filippo Carcano
Cortile a giardino con Figure. Effetto di sole (noto anche come La piccola fioraia)
1862 olio su tela,158x118, collezione privata
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Filippo Carcano, benchè adestrato a Brera a produrre quadri di Storia, fu il primo ad abbandonare il tradizionalismo di Hayez e Bertini (rispettivamente direttore e professore di pittura) per una descrizione del vero, fatta di luce e composizione. Uno scorcio della Milano delle case popolari con curatissimi orti interni.
Esposto per la prima volta a Brera nel 1864, l'opera denuncia, per l'impostazione perfetta della prospettiva dei volumi, l'uso della camera lucida, un sistema di lenti con cui "copiare" sul foglio un'immagine rifratta. Brevettata nel 1806 da W.H.Wollastone fu usata anche da Faruffini in diverse occasioni.
Questa tecnica permette a Carcano di essere un forte descrittore del vero come le coeve ricerche francesi. Alcuni critici lo denigrarono come "schiavo del vero"e"non era un artista, ma il fortunato possessore di un processo col quale ciascuno avrebbe potuto dipingere dalla fotografia, usando di carte reticolate, di colori speciali, di miscugli segreti."
A me piace la descrizione della luce che crea i vari piani della scena, l'accuratezza fotorealistica delle piante, delle ombre, il colore dei muri e delle persiane. Il silenzio suggerito dal muto dialogo tra la madre e i due bambini in secondo piano e la tristezza (un pò retorica) della fioraia in primo piano. Personaggi immersi in una soleggiata giornata nell'atmosfera incantata di un cortile milanese.
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Filippo Carcano
Il passatempo
1871 olio su tela, ovale 75x57 Milano, Museo Martinitt e Stelline
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Una donna borghese fuma tranquillamente un sigaro quasi guardando negli occhi lo spettatore. La forma ovale delle tela è nuova per Carcano. Esposto a Brera nel 1871, l'opera fu acquistata per 400 Lire dall'industriale tipografo Francesco Pagnoni e poi donato all'orfanotrofio femminile delle Stelline nel 1877.
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Tranquillo Cremona
Schizzo dal vero (I due cugini)
1870 olio su tela, 85x64 Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
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Cremona e Ranzoni sono amici e negli anni '60 condividono ansie e interessi. Una tematica è quella di tradurre il vero attraverso il colore. Cremona per un periodo disegna caricature per varie riviste e come Ranzoni sente Faruffini e Carcano come maestri nelle nuove tecnologie ottiche per arrivare a migliori rese luministiche.
Il tema dominante in Cremona è quello del duetto amoroso e la composizione segue l'evolversi nel tempo dello stile dell'artista. In questo caso è debitrice del taglio fotografico per l'inquadratura ravvicinata e il taglio delle gambe (un "piano americano" 60 anni prima).
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Tranquillo Cremona
Primo Amore
1872-74 olio su tela, 56x66 Groningen, Collection Groningen Museum
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Questa piccola opera è stata ritrovata recentemente e testimonia il percorso di Cremona verso la smaterializzazione della forma attrverso l'eliminazione dei contorni. Il tema è legato al precedente "Schizzo dal vero (I due cugini)" e si nota il maggior uso delle pennellate sfrangiate atte a creare l'atmosfera idillica e a staccarsi palesemente dalla pittura accademica.
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Tranquillo Cremona
Il pittore e la modella
1870-72 olio su tela, 91x63 collezione privata
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Il pittore potrebbe essere Cremona stesso e la modella l'amante di Roberto Fontana, pittore e amico di Cremona . L'opera non era stata mai esposta in vita forse per pudore del quadretto biografico vero. Il pittore, con ancora in mano tavolozza e pennelli, abbraccia teneramente e paternalisticamente la modella che si abbandona a lui. Lei è vestita di bianco e lui di scuro e questo gioco di luce dà vita e sapore alla scena.
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Tranquillo Cremona
L'edera
1878 olio su tela, 132x100 Torino, Galleria d'Arte Moderna
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L'edera è forse il punto di arrivo dell'artista nello studio sul duetto amoroso. A differenza dell'opera di Giovanni Carnovali "Salmace e Ermafrodito", questa volta, e come quasi sempre allora veniva rappresentato, è lei che si ritrae dalle profferte amorose di lui.
Nella società sessuofobica e misogina dell'ottocento, la donna, nelle schermaglie amorose deve essere sempre rappresentata algida mentre l'uomo deve essere passionale.
Lei è Lisetta Cagnola, sorella della moglie dell'artista e lui è l'amico musicista Alfredo Catalani. Dal 1873 in poi Lisetta sarà la modella preferita di Cremona.
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Daniele Ranzoni
Ritratto di donna Maria Greppi Padulli
1869 olio su tela, 111x83 collezione privata
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Forse è Cremona che presenta Ranzoni ai conti Greppi. Ranzoni riceve dai conti 5 commissioni ed è ospitato per 2 mesi a Villa Greppi a Monticello. Solenne nella composizione piramidale e nella fredda bellezza, comunica l'altera e triste signorilità della nobildonna in un intreccio di grigi, bianchi e neri, interrotto unicamente dall'accento floreale a sinistra.(Annie-Paule Quinsac
Cremona rimane colpito dall'opera e rifà il ritratto di Rosa Sirtori appena terminato riprendendone struttura e colori.
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Daniele Ranzoni
I ragazzi Troubetzkoy col cane
1878 olio su tela, ovale, 118x138 Milano, Galleria d'Arte Moderna
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La ricerca del vero per gli scapigliati è sempre una ricerca sulla persona, intimista, sulla psicologia; i paesaggi sono solo una cornice. Non è una ricerca en plein air come per gli Impressionisti. Ranzoni che è nato a Intra, sul lago Maggiore, oltre la vita bohemienne a Milano ha frequentato sempre l'intellighenzia internazionale che si ritrovava sul lago Maggiore (meta turistica di quegli anni)
Vediamo così l'amicizia con la famiglia del principe Troubetzkoy, e le numerose commissioni che riceve: diventa maestro dei figli e amante della principessa Ada. Ranzoni mantiene un atelier nella loro villa, Villa Ada a Ghiffa, sul lago, tema di numerose opere.
Il passaggio da una pittora aulica, di storia, celebrativa ad una pittura più intimista, da cavalletto, determina un rapporto più diretto tra committenza e artista. Si creano quindi rapporti di dipendenza o d'affetto con quel sistema, borghesia e aristocrazia post-unitarie, che programmaticamente gli artisti vorrebbero abbattere o almeno contestare.
Insolita nella produzione Ranzoniana è la rappresentazione allegra e spensierata dei bambini, i tre figli del principe, due dei quali diventeranno artisti, Pierre e Paolo.
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Daniele Ranzoni
Nudo di donna
1880 Acquerello, 27x40 collezione privata
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Daniele Ranzoni
Ritratto della signora Pisani Dossi
1880 olio su tela, 86x60 collezione privata
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Giuseppe Barbaglia
Bagno Pompeiano
1872 olio su tela, 265x164 Milano, Brera
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Eugenio Gignous
Tranquillo Cremona in atto di dipingere all'aperto il ritratto di Benedetto Junck
1874 olio su tela, 40x51 Milano, Galleria d'Arte Moderna
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Pierre Troubetzkoy
Ragazza sul lago (partic.)
1889 olio su tela, 61x48 collezione privata
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Luigi Conconi
Coppia danzante
1888 acquarello su carta, 40x27 collezione privata
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Ispirato al libretto di Luigi Illica per la "Wally" di Alfredo Catalani
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Virgilio Ripari
Gli Amanti. Che bella Romanza!
1882 olio su tela, 96x74 collezione privata
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Paolo Troubetzkoy
Figura di donna in piedi (La Bella Pallanza)
1890-95 gesso, h.98 Milano, Galleria d'Arte Moderna
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Prima idea per il monumento a Carlo Cadorna a Pallanza, 1895
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Giuseppe Grandi
Monumento alle Cinque Giornate
1880-94 Milano, Piazza Cinque Giornate
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Fotografia scattata prima del 1926
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