RICHARD ESTES

Kewanee, Illinois 1932


Testo di Marco Del Togno/Martina Calabṛ



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Richard Estes è noto internazionalmente come uno dei fondatori dell'iperrealismo e come uno dei protagonisti della pittura contemporanea americana.
Nato a Kewanee, Illinois, il 14 maggio 1932. Richard disegna fin dall'adolescenza, nonostante il fatto che una sua eventuale carriera d'artista fosse vista dalla famiglia con scetticismo, ma in fondo anche con benevola tolleranza e rassegnazione.

Fin dall'adolescenza, sogna un viaggio in Europa, che riesce ad compiere  nell'estate del 1951, dopo aver lavorato per un anno come impiegato presso un'assicurazione per mettere da parte il denaro necessario per finanziare il suo sogno.
Visita l'Inghilterra, si reca in Belgio, dove a Bruges realizza acquerelli e fotografie.
Raggiunge poi Amsterdam, Parigi, Vienna, Venezia e Roma, affascinato dai musei e dalle chiese. La sua intenzione è quella, al ritorno in America, di iscriversi all'Illinois Institute of Technology, ma arriva negli Stati Uniti troppo tardi, finendo per iscriversi all'Art Institute di Chicago.

Completati gli studi nel 1956, si trasferisce a New York, dove svolge lavori saltuari e continua a dipingere. Ritorna a vivere a Chicago, per poi riapprodare definitivamente a New York nel 1959. Qui lavora come impaginatore alla rivista Popular Science, ed illustra libri con propri disegni. Nel 1962 inizia a collaborare con una agenzia pubblicitaria, nuovamente con l'obiettivo di accumulare abbastanza denaro per un altro viaggio in Europa, che effettua tra il 1963 e il 1964 - soggiorna, in particolare, a Firenze e a Majorca. Quando fa ritorno in America, oltre all'Espressionismo astratto, è in gran voga la Pop art; accade che Estes, quando mostra i suoi dipinti realisti, si senta chiedere: "È pittura contemporanea?"
Richard continua tuttavia a dipingere soggetti con una tecnica pittorica dai quali sente di non potere prescindere; nel 1967 realizza i suoi primi quadri con le superfici specchianti (l’ispirazione nasce dalle foto di Lee Friedlander sui paesaggi urbani con dettagli riflessi), cercando di migliorare sempre più la rappresentazione della realtà che lui trova ancora troppo poco accurata. Mostra i suoi lavori a Leo Castelli, che li apprezza, ma non li espone perché ha già, nella propria galleria, altri pittori realisti (Warhol e Lichtenstein), e così Estes finisce per tenere la sua prima mostra personale nel 1968 alla Allan Stone Gallery, con la quale esporrà fino al 1993, per poi passare alla Marlborough Gallery.
Sempre nel 1968 Richard Estes tiene la sua prima mostra personale in uno spazio pubblico, all'Udson River Museum di New York. Nel 1974 espone al Museum of Contemporary Art di Chicago e nel 1978 comincia una serie di importanti mostre personali itineranti: "Richard Estes: Paesaggio urbano", a cura di John Arthur, che tocca musei importanti come quello di Boston, Washington D.C.

Assai significative sono pure le partecipazioni a mostre di gruppo, in moltissimi musei degli Stati Uniti e del Giappone,e in alcune importanti occasioni espositive in Europa. Nel 1974 Estes è presente alla mostra "Iperrealisti americani – Realisti europei" al Centro internazionale d’arte contemporanea di Parigi ed è poi presente nell'esposizione, promossa dal Comune di Milano, alla Rotonda della Besana.
Per quanto riguarda le presenze espositive in Italia, vanno pure ricordate: la mostra che nel 1973 la Galleria La Medusa di Roma dedica agli iperrealisti americani; l'esposizione di opere su carta che nel 1996 viene presentata alla Galleria Il Gabbiano di Roma; la mostra "Iperrealisti" al Chiostro del Bramante di Roma nel 2003.

Richard Estes, dopo avere dedicato la propria attenzione alle figure, è diventato il cantore della metropoli americana, il sottile indagatore dell’evoluzione del paesaggio urbano, la cui storia potrebbe agevolmente essere ricostruita attraverso i suoi dipinti, ma nel tempo ha dedicato la propria attenzione anche ad altre realtà come città come Venezia, Firenze, Barcellona ma anche dettagli della vita delle grandi città, quali le atmosfere claustrofobiche delle metropolitana. Infine, Estes ha rivolto la propria attenzione ai paesaggi, in cui la natura incontaminata ancora dispiega la sua forza silente. Di particolare interesse, soprattutto per la loro ambientazione e il rapporto con gli "interni", sono anche i ritratti.

Grazie al suo primo gallerista, Allan Stone, Richard Estes ha conosciuto ed è rimasto affascinato dal Maine, dove ha acquistato una casa, e dove da trent'anni divide la sua attività di pittore e la sua vita di uomo, segnate dalla riservatezza e dalle scarsissime frequentazioni del mondo artistico.
Richard Estes è conosciuto come uno dei fondatori del Fotorealismo, un movimento in pittura, che è nato negli Stati Uniti tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70. Questi, tuttavia, non si identifica con questa tendenza e preferisce semplicemente essere considerato un pittore nel senso tradizionale del termine. Anche se ha dipinto paesaggi rurali, Richard Estes è soprattutto un pittore di vedute urbane, comprese le scene di Chicago, Parigi, Venezia, Barcellona e Firenze. È New York,tuttavia, la città a cui ha dedicato più tempo e attenzione. Manhattan è la matrice di tutte le città che Estes ha dipinto,così come Central Park è il modello per tutti i suoi paesaggi rurali e la baia di New York,  è  l’origine di tutti i suoi punti di vista con l’acqua, dal Canal Grande al Mar di Marmara.

Le città dipinte da Estes includono una ricchezza di particolari che indicano un particolare tempo e luogo: i modelli di automobili, la pubblicità, le tende, le vetrine e anche i vestiti indossati dai passanti. Al di là di questi elementi effimeri, però, ogni città si sviluppa, nell’opera di Estes, come una struttura cristallina dalle infinite sfaccettature. Il realismo di Estes non è una riproduzione passiva di ciò che vediamo, ma piuttosto un interpretazione del visibile, quindi il quasi ossessivo uso di riflessioni. Un esempio è “Bus with reflection of the Flatiron building” (1967)in cui l’artista fa riflettere nella carrozzeria di un auto l’immagine dell’autobus.
Questa tecnica che prevede le riflessioni appare in tutte le opere di Estes. Le superfici riflettenti più comuni sono: automobili e autobus, i vetri delle finestre, le vetrine e la superficie dell’acqua. Queste superfici riflettenti non sono lisce ed uniformi, ma piene di onde e mulinelli che alterano e distorcono quello che si riflette in esse.

A volte la nostra unica percezione del mondo reale attraverso la pittura di Estes è una riflessione attraverso cui il mondo sembra capovolto, frammentato e distorto. Il mondo nelle sue opere si divide in due, una parete di vetro attraversa lo spazio pittorico che si allontana in profondità e lo divide, in due parti: l’interno e l’esterno dell’autobus o di una vetrina.
Gran parte della sua attività si è concentrata sull’esplorare l’ambiguità del pannello di vetro che riflette ma che è anche trasparente confondendo così tutto il dipinto. Secondo Estes le vetrine sono luoghi magici in cui elementi che traspaiono ed elementi che si riflettono coesistono, e in cui l’esterno e l’interno si incontrano.
Richard Estes non è uno spensierato realista ma piuttosto un pittore che complica la sua visione della realtà. Egli è un creatore di labirinti in cui naturale e artificiale, realtà e apparenza, si confondono.


Bibliografia:

http://www.museothyssen.org/microsites/exposiciones/2007/Estes/mascuadros_ing.htm

http://www.marlboroughgallery.com/galleries/new-york/artists/richard-estes/graphics

http://it.wikipedia.org/wiki/Iperrealismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Estes