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Caterina, aquerello, 50x70, 1999

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Zaha Hadid

Baghdad, 31 ottobre 1950


Testo di Antonio Facco



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Rossenthal Centre For Contemporary Art Questo è il primo edificio free standing per il Contemporary Arts Centre, fondato a Cincinnati nel 1939 come una delle prime istituzioni negli Stati Uniti dedicati alle arti visive contemporanee. Il nuovo edificio CAC fornisce spazi per mostre temporanee, installazioni specifiche di siti e rappresentazioni, ma non per una mostra permanente. Altri elementi di programma comprendono una struttura scolastica, uffici, aree per l’introduzione all’arte, un negozio del museo, un caffè e aree pubbliche.
Obiettivo del nuovo edificio è di attrarre pedoni dalle zone circostanti e creare un senso di spazio pubblico dinamico. L’ingresso e la sala d’aspetto conducono al sistema di circolazione organizzato come un “Tappeto Urbano”. Partendo dall’angolo della Sixth e Walnut Street, le curve a terra lentamente salgono quando si entra nell’edificio, alzandosi per diventare la parete posteriore. Mentre si alza e gira, questo Tappeto Urbano conduce i visitatori ad una rampa sospesa ad un piano ammezzato attraverso l’intera lunghezza dell’ingresso, che durante il giorno funziona come  un “paesaggio” aperto e illuminato o come un parco artificiale. La rampa all’ammezzato sale e penetra la parete posteriore.
Sull’altro lato diventa un pianerottolo all’ingresso delle gallerie. In contrasto con il Tappeto Urbano, che consiste in una serie di superfici ondeggianti e lucide, le gallerie sono espresse come se fossero state scolpite da un unico blocco di calcestruzzo e stessero galleggiando sopra lo spazio dell’ingresso.
Gli spazi della mostra variano di misura e forma, per adattare la vasta gamma di scala e materiali dell’arte contemporanea.  La vista nelle gallerie dal sistema di circolazione è imprevedibile, dato che la rampa delle scale sale a zig-zag attraverso una stretta fessura sul retro dell’edificio. Queste diverse gallerie si intrecciano insieme come un puzzle a tre dimensioni, fatto di solidi e vuoti.
La situazione di angolo dell’edificio ha portato allo sviluppo di due facciate diverse ma complementari. La facciata sud, lungo la Sixth Street, forma una pelle ondeggiante e traslucida, attraverso cui i passanti vedono la vita del Centro. La facciata est, lungo Walnut, è espressa come un rilievo scultoreo. Fornisce un’impronta, il negativo degli interni della galleria.
Il Centro Rossenthal media  il mondo dell’arte contemporanea con quello pubblico della città offrendo serie multiple di eventi interni, dettati dal dinamismo del tessuto urbano.
Centro Di Arte  Contemporanea     
Concetto architettonico e campo strategico
Rappresentare la gamma delle possibilità
Il Centro di Arte Contemporanea indirizza la domanda del suo contesto urbano mantenendo un’indicizzazione alle precedenti caserme militari. Non è in alcun modo un tentativo di pastiche topologica ma continua la struttura urbana di basso livello collocata in contrapposizione ai blocchi di più alto livello nei lati circostanti dell’area. In questo modo, il Centro è più un “innesto urbano”, una seconda pelle dell’area. A volte si aggrega al terreno per diventare nuovo terreno, pur ascendendo e assimilandosi per diventare massa dove necessario. L’intero edificio ha un carattere urbano: prefigurando un percorso direzionale che connette il fiume a Via Guido Reni, il Centro racchiude entrambi i modelli ancora esistenti e desiderati, contenuti all’interno e fuori.
Un vettore definisce il percorso d’ingresso principale nell’edificio. Intrecciando la circolazione con il contesto urbano, l’edificio condivide una dimensione pubblica con la città, sovrapponendo viticcio come sentieri e open space.  In aggiunta al rapporto circolatorio, gli elementi architettonici sono anche geometricamente allineati con le grate urbane che si uniscono all’area.  Derivando così in parte il suo orientamento e la sua fisionomia dal contesto, si assimila ulteriormente alle condizioni specifiche dell’area.
Musee Des Civilisations De L’europe Et De Le Mediterranee, Marseille, France – Progetto di Gara L’elaborazione della rappresentazione collettiva e l’introspezione storica sono cruciali per evitare la frammentazione in questa avventura di autotrasformazione.  Così proponiamo una forte immagine di multi-valenza dinamica, una composizione in equilibrio dinamico. Un’immagine forte e non familiare, senza connotazioni sovraccaricanti, è un’opportunità per i leaders e curatori delle nuove istituzioni di lasciare un segno e stabilire un’identità unica un’esperienza culturale evidente.

Concetto principale
Il concetto che genera il concetto per la forma simbolica dell’edificio è l’idea di un solido nucleo culturale da cui varie traiettorie si dirigono in tutte le direzioni. In tutte le direzioni proiezioni a trave si estendono dalla massa centrale dell’edificio, spingendo la busta. Una di queste proiezioni si estende attraverso la base e si connette al punto storico dell’area, il Forte St-Jean. Qui il movimento di spinta verso fuori si complementa con quello verso l’interno.
Il concetto di disegno urbano  valida i locali del progetto. L’edificio proposto lavora sposa gli allineamenti delle due strisce di massa che incornicia l’Esplanade de la Mer.
Guggenheim Museum, Taichung, Taiwan
Questa sistemazione implica che il museo sarà raggiunto da due lati principali: da Taichungkang Road da un lato e dall’incrocio di due assi dall’altro. Questo doppio orientamento porta all’idea di un ampio spazio per l’ingresso che può essere raggiunto da due parti opposte e quindi taglia un percorso pubblico attraverso il museo. Gran parte dell’organizzazione interna del museo deriva da questo movimento iniziale, motivato dalla configurazione urbana.
Abbiamo deciso di piegare l’asse del progetto cosicché l’edificio si spinga in diagonale attraverso l’area verso l’angolo di Taichungkang Road e Hui Chung Road. In questo modo ci allontaniamo dagli edifici a est della nostra area. Qui proponiamo di tagliare una nuova strada al fine di separare e definire chiaramente la nostra aerea.

Forma architettonica
L’edificio emerge gradualmente dalla formazione di un morbido paesaggio. Il linguaggio formale e l’articolazione architettonica è fondata sull’idea che l’edificio sfocia in uno spazio pubblico aperto dell’asse urbana. L’intero dinamismo e fluidità della forma allungata suggerisce un’enfasi di movimento attraverso ed intorno l’edificio. Sia il flusso pubblico attraverso l’edificio che la circolazione interna attraverso gli spazi espositivi sono espressi attraverso brusche rampe.
Organizzazione interna
L’ingresso centrale che connette le due opposte entrate divide il museo in due ali galleria: Ala Est ed Ala Ovest. Tra queste due ali  ci sarà l’area di ingresso pubblica creata da un tetto, che si estende tra le due ali.  Per separare il flusso generale pubblico da quello interno dei visitatori, l’ingresso è diviso in due livelli connessi da una rampa generosa. In questo modo il percorso pubblico non interrompe la interconnessione delle gallerie dato che affonda sotto i ponti che connettono le due ali  gallerie.

Villaggio Olimpico 2012, New York, USA
Torri Olimpiche in un Paesaggio Strutturato

Il progetto del Villaggio Olimpico di Zaha Hadid apre Hunters Point verso un futuro in rapida evoluzione sull’East River. Questa costellazione di torri presenta drammaticamente un’icona olimpica a Queens, Brooklyn e, attraverso Manhattam, reciprocando queste viste non solo come piacere privato dei loro futuri residenti, ma anche come esperienza pubblica.
Con le impronte della torre minimizzate, il terreno offre un paesaggio aperto e strutturato, accogliendo i visitatori in un ritmo di viste spettacolari verso Midtown e Lower Manhattam. E’ un terreno sollevato per assorbire al di sotto il parcheggio e quindi modellato per definire  la collocazione di modelli di vita collettiva in evoluzione di sopra. Questo terreno è tagliato via e spinto intorno alle torri portando luce ed orientamento ai livelli sotterranei di parcheggio e insieme creando varie tasche di una scala più intima.
Insieme, il terreno strutturato e le torri stabiliscono una forte presenza formale dove la verticalità ed il piano orizzontale diventano accentuati. Ciò fornisce al progetto una massima flessibilità                                                        per evolvere attraverso il processo del disegno, con strada e assi interne che vengono definite progressivamente attraverso la stratificazione ed il taglio del terreno, attraverso strategie di illuminazione e l’integrazione dell’arte.  Offre un paesaggio che si apre a molti tipi di movimento, promuovendo un ricco modello di attività che porta con sé l’eredità dell’energia olimpica verso una nuova esperienza urbana e che enfatizza l’incrocio tra arte e ricreazione dei modi di vita futuri.
Questo è un progetto per un futuro sostenibile, uno che getta i semi per lo sviluppo di una nuova vita economica lungo Newtown Creek e in Long Island City, un progetto che tiene conto dell’ambiente, un progetto che con coraggio accomoda il cambiamento lungo l’East River.
Viadotti  Spittelau , Vienna, Austria – attualmente on site Parametri urbani
Il progetto è parte di una iniziativa di rivitalizzazione di cui si è fatta carico la Città di Vienna per il Wiener Guertel, una fetta sovradimensionata, a forma di anello attraverso il tessuto urbano. Storicamente, il Guertel ha diviso i Viennesi dal’hinterland ed i suoi flussi di immigranti.
L’area è formata attraverso elementi infrastrutturali che si sovrappongo densamente: la “Spittelauer Laende” è una delle autostrade di Vienna più utilizzate; il canale del Danubio che unisce la Germania all’Ungheria, con una pista ciclabile trafficata che si snoda lungo le sue sponde;  la prova fisica di tre steps storici nello sviluppo del sistema ferroviario viennese, dai viadotti di Otto Wagner al primo treno sotterraneo inutilizzato alla rete ferroviaria sotterranea di oggi.
L’area antistante il canale è rivitalizzata collegando il bordo dell’acqua al tessuto della città ed il progetto contemporaneamente attrae e agisce da iniziatore per interventi ulteriori lungo il canale del Danubio.
Concetto architettonico
Una serie di appartamenti, uffici e studi di artisti si intesse come un nastro attraverso, intorno e sopra le baie arcate del viadotto, disegnato da Otto Wagner. Il viadotto stesso è una struttura protetta e non va toccato. La struttura in tre parti interagisce gioiosamente con il viadotto generando una moltitudine di diverse relazioni spaziali esterne ed interne. La loro percezione è intensificata dalla risposta del linguaggio architettonico alle diverse velocità degli elementi strutturali.
Gli spazi pubblici esterni sono animati da bar e ristoranti sotto gli archi del viadotto.
Impianto Bmw-Di Lipsia-Edificio Centrale
Lipsia, germania-2002
L’edificio centrale come nodo di comunicazione.
L’edificio centrale è l’attivo centro nevralgico o il cervello dell’intero complesso industriale. Tutti i filamenti delle attività dell’ edificio si riuniscono assieme e si ramificano di nuovo da qui. Questa strategia programmatica si applica ai cicli e alle traiettorie delle persone -lavoratori(che arrivano alla mattina e ritornano per pranzo)e visitatori- come pure per il ciclo e il progresso della linea di produzione che attraversa questo punto centrale-partendo e ritorna di nuovo. Questo punto focale e dinamico dell’impresa è reso visivamente evidente nel sistema dinamico spaziale proposto che intreccia l’intero fronte a nord della fabbrica e articola l’edificio centrale come punto di confluenza e culmine dei vari flussi convergenti.
E’ come se l’intera espansione di questo lato della fabbrica sia orientato e animato da un campo di forza che emana dall’edificio centrale. Tutto il movimento convergente sull’area è incanalato attraverso questa camera di comprensione spremuta attraverso i tre principale segmenti della produzione: Corpo in Bianco,  Colorificio e Assemblaggio.
One North Masterplan
Singapore-2001
La possibilità di un’architettura urbana che sfrutta il reperto ire spaziale e la morfologia delle formazioni del paesaggio naturale è stato un tema consistente all’interno della carriera creativa di Zaha Hadid Architects per circa vent’anni. Effettivamente il primo momento di riconoscimento internazionale era già informato da un’analogia produttiva con le condizione del paesaggio, qui con forma geologica: la vincente partecipazione al Hong Kong Peak nel 1982.
La proposta per il progetto “Vista”-per la prima volta-applica il concetto della formazione del paesaggio artificiale all’articolazione dell’intero quartiere urbano. I vantaggi di tale coraggiosa mossa sono evidenti.
Forte senso di identità
Lo schema offre una prospettiva urbana originale ed un panorama identificabile, visibile sia senza che dal parco nel cuore del nuovo quartiere urbano. La ricca diversità di piazze e viali genera un senso unico di luogo all’interni dei vari micro ambienti.
Bergisel Ski Jump
Innsbruck, Austria 1999
Nel dicembre 1999 lo studio di Zaha Hadid vinse una competizione internazionale per un nuovo si jump sul monte Bergisel a Innsbruck. Collocato sullla montagna di Bergisel, dominante Innsbrck, lo ski jump è una grande attrazione. E’ parte di un progetto più ampio dell’ arena olimpica e sostituisce il vecchio trampolino che non rispetta più gli standard internazionali.
L’opera è un ibrido di strutture sportive specializzate e spazi pubblici come un caffè ed una terrazza panoramica. Questi diversi programmi sono combinati in una nuova singola forma che stende la topografia della discesa nel cielo.
Con una lunghezza di circa 90 m e una altezza di quasi 50 m l’opera è una combinazione di una torre e di un ponte. Strutturalmente è divisa nella torre verticale in calce struzzo e una struttura verde spaziale, che integra la rampa e il caffè.
2 ascensori portano i visitatori al caffè a 40 m sopra la cima del monte Bergisel. Da qui possono godere del panorama alpino che li circonda come pure osservare gli atleti giù che volano sopra l’orizzonte di Innsbruck.