Rossenthal Centre For Contemporary Art
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Questo è il primo edificio free standing per il Contemporary
Arts Centre, fondato a Cincinnati nel 1939 come una delle prime
istituzioni negli Stati Uniti dedicati alle arti visive contemporanee.
Il nuovo edificio CAC fornisce spazi per mostre temporanee,
installazioni specifiche di siti e rappresentazioni, ma non per una
mostra permanente. Altri elementi di programma comprendono una
struttura scolastica, uffici, aree per l’introduzione
all’arte, un negozio del museo, un caffè e aree pubbliche. Obiettivo
del nuovo edificio è di attrarre pedoni dalle zone circostanti e
creare un senso di spazio pubblico dinamico. L’ingresso e la sala
d’aspetto conducono al sistema di circolazione organizzato come
un “Tappeto Urbano”. Partendo dall’angolo della Sixth
e Walnut Street, le curve a terra lentamente salgono quando si entra
nell’edificio, alzandosi per diventare la parete posteriore.
Mentre si alza e gira, questo Tappeto Urbano conduce i visitatori ad
una rampa sospesa ad un piano ammezzato attraverso l’intera
lunghezza dell’ingresso, che durante il giorno funziona
come un “paesaggio” aperto e illuminato o come un
parco artificiale. La rampa all’ammezzato sale e penetra la
parete posteriore. Sull’altro lato diventa un pianerottolo
all’ingresso delle gallerie. In contrasto con il Tappeto Urbano,
che consiste in una serie di superfici ondeggianti e lucide, le
gallerie sono espresse come se fossero state scolpite da un unico
blocco di calcestruzzo e stessero galleggiando sopra lo spazio
dell’ingresso. Gli spazi della mostra variano di misura e
forma, per adattare la vasta gamma di scala e materiali dell’arte
contemporanea. La vista nelle gallerie dal sistema di
circolazione è imprevedibile, dato che la rampa delle scale sale
a zig-zag attraverso una stretta fessura sul retro dell’edificio.
Queste diverse gallerie si intrecciano insieme come un puzzle a tre
dimensioni, fatto di solidi e vuoti. La situazione di angolo
dell’edificio ha portato allo sviluppo di due facciate diverse ma
complementari. La facciata sud, lungo la Sixth Street, forma una pelle
ondeggiante e traslucida, attraverso cui i passanti vedono la vita del
Centro. La facciata est, lungo Walnut, è espressa come un
rilievo scultoreo. Fornisce un’impronta, il negativo degli
interni della galleria. Il Centro Rossenthal media il mondo
dell’arte contemporanea con quello pubblico della città
offrendo serie multiple di eventi interni, dettati dal dinamismo del
tessuto urbano. |
Centro Di Arte Contemporanea Concetto architettonico e campo strategico Rappresentare la gamma delle possibilità
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Il Centro di Arte Contemporanea indirizza la domanda del suo
contesto urbano mantenendo un’indicizzazione alle precedenti
caserme militari. Non è in alcun modo un tentativo di pastiche
topologica ma continua la struttura urbana di basso livello collocata
in contrapposizione ai blocchi di più alto livello nei lati
circostanti dell’area. In questo modo, il Centro è
più un “innesto urbano”, una seconda pelle
dell’area. A volte si aggrega al terreno per diventare nuovo
terreno, pur ascendendo e assimilandosi per diventare massa dove
necessario. L’intero edificio ha un carattere urbano:
prefigurando un percorso direzionale che connette il fiume a Via Guido
Reni, il Centro racchiude entrambi i modelli ancora esistenti e
desiderati, contenuti all’interno e fuori. Un vettore
definisce il percorso d’ingresso principale nell’edificio.
Intrecciando la circolazione con il contesto urbano, l’edificio
condivide una dimensione pubblica con la città, sovrapponendo
viticcio come sentieri e open space. In aggiunta al rapporto
circolatorio, gli elementi architettonici sono anche geometricamente
allineati con le grate urbane che si uniscono all’area.
Derivando così in parte il suo orientamento e la sua fisionomia
dal contesto, si assimila ulteriormente alle condizioni specifiche
dell’area. |
Musee Des Civilisations De L’europe Et De Le Mediterranee, Marseille, France – Progetto di Gara
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L’elaborazione della rappresentazione collettiva e
l’introspezione storica sono cruciali per evitare la
frammentazione in questa avventura di autotrasformazione.
Così proponiamo una forte immagine di multi-valenza dinamica,
una composizione in equilibrio dinamico. Un’immagine forte e non
familiare, senza connotazioni sovraccaricanti, è
un’opportunità per i leaders e curatori delle nuove
istituzioni di lasciare un segno e stabilire un’identità
unica un’esperienza culturale evidente.
Concetto principale Il
concetto che genera il concetto per la forma simbolica
dell’edificio è l’idea di un solido nucleo culturale
da cui varie traiettorie si dirigono in tutte le direzioni. In tutte le
direzioni proiezioni a trave si estendono dalla massa centrale
dell’edificio, spingendo la busta. Una di queste proiezioni si
estende attraverso la base e si connette al punto storico
dell’area, il Forte St-Jean. Qui il movimento di spinta verso
fuori si complementa con quello verso l’interno. Il concetto
di disegno urbano valida i locali del progetto. L’edificio
proposto lavora sposa gli allineamenti delle due strisce di massa che
incornicia l’Esplanade de la Mer.
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Guggenheim Museum, Taichung, Taiwan
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Questa sistemazione implica che il museo sarà raggiunto da due
lati principali: da Taichungkang Road da un lato e dall’incrocio
di due assi dall’altro. Questo doppio orientamento porta
all’idea di un ampio spazio per l’ingresso che può
essere raggiunto da due parti opposte e quindi taglia un percorso
pubblico attraverso il museo. Gran parte dell’organizzazione
interna del museo deriva da questo movimento iniziale, motivato dalla
configurazione urbana. Abbiamo deciso di piegare l’asse del
progetto cosicché l’edificio si spinga in diagonale
attraverso l’area verso l’angolo di Taichungkang Road e Hui
Chung Road. In questo modo ci allontaniamo dagli edifici a est della
nostra area. Qui proponiamo di tagliare una nuova strada al fine di
separare e definire chiaramente la nostra aerea.
Forma architettonica L’edificio
emerge gradualmente dalla formazione di un morbido paesaggio. Il
linguaggio formale e l’articolazione architettonica è
fondata sull’idea che l’edificio sfocia in uno spazio
pubblico aperto dell’asse urbana. L’intero dinamismo e
fluidità della forma allungata suggerisce un’enfasi di
movimento attraverso ed intorno l’edificio. Sia il flusso
pubblico attraverso l’edificio che la circolazione interna
attraverso gli spazi espositivi sono espressi attraverso brusche rampe. Organizzazione interna L’ingresso
centrale che connette le due opposte entrate divide il museo in due ali
galleria: Ala Est ed Ala Ovest. Tra queste due ali ci sarà
l’area di ingresso pubblica creata da un tetto, che si estende
tra le due ali. Per separare il flusso generale pubblico da
quello interno dei visitatori, l’ingresso è diviso in due
livelli connessi da una rampa generosa. In questo modo il percorso
pubblico non interrompe la interconnessione delle gallerie dato che
affonda sotto i ponti che connettono le due ali gallerie. |
Villaggio Olimpico
2012, New York, USA Torri Olimpiche in un Paesaggio Strutturato
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Il progetto del Villaggio Olimpico di Zaha Hadid apre Hunters Point
verso un futuro in rapida evoluzione sull’East River. Questa
costellazione di torri presenta drammaticamente un’icona olimpica
a Queens, Brooklyn e, attraverso Manhattam, reciprocando queste viste
non solo come piacere privato dei loro futuri residenti, ma anche come
esperienza pubblica. Con le impronte della torre minimizzate, il
terreno offre un paesaggio aperto e strutturato, accogliendo i
visitatori in un ritmo di viste spettacolari verso Midtown e Lower
Manhattam. E’ un terreno sollevato per assorbire al di sotto il
parcheggio e quindi modellato per definire la collocazione di
modelli di vita collettiva in evoluzione di sopra. Questo terreno
è tagliato via e spinto intorno alle torri portando luce ed
orientamento ai livelli sotterranei di parcheggio e insieme creando
varie tasche di una scala più intima. Insieme, il terreno
strutturato e le torri stabiliscono una forte presenza formale dove la
verticalità ed il piano orizzontale diventano accentuati.
Ciò fornisce al progetto una massima
flessibilità
per evolvere attraverso il processo del disegno, con strada e assi
interne che vengono definite progressivamente attraverso la
stratificazione ed il taglio del terreno, attraverso strategie di
illuminazione e l’integrazione dell’arte. Offre un
paesaggio che si apre a molti tipi di movimento, promuovendo un ricco
modello di attività che porta con sé
l’eredità dell’energia olimpica verso una nuova
esperienza urbana e che enfatizza l’incrocio tra arte e
ricreazione dei modi di vita futuri. Questo è un progetto per
un futuro sostenibile, uno che getta i semi per lo sviluppo di una
nuova vita economica lungo Newtown Creek e in Long Island City, un
progetto che tiene conto dell’ambiente, un progetto che con
coraggio accomoda il cambiamento lungo l’East River. |
Viadotti Spittelau , Vienna, Austria – attualmente on site |
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Parametri urbani Il progetto è parte di una iniziativa di
rivitalizzazione di cui si è fatta carico la Città di
Vienna per il Wiener Guertel, una fetta sovradimensionata, a forma di
anello attraverso il tessuto urbano. Storicamente, il Guertel ha diviso
i Viennesi dal’hinterland ed i suoi flussi di immigranti. L’area
è formata attraverso elementi infrastrutturali che si
sovrappongo densamente: la “Spittelauer Laende” è
una delle autostrade di Vienna più utilizzate; il canale del
Danubio che unisce la Germania all’Ungheria, con una pista
ciclabile trafficata che si snoda lungo le sue sponde; la prova
fisica di tre steps storici nello sviluppo del sistema ferroviario
viennese, dai viadotti di Otto Wagner al primo treno sotterraneo
inutilizzato alla rete ferroviaria sotterranea di oggi. L’area
antistante il canale è rivitalizzata collegando il bordo
dell’acqua al tessuto della città ed il progetto
contemporaneamente attrae e agisce da iniziatore per interventi
ulteriori lungo il canale del Danubio. Concetto architettonico Una
serie di appartamenti, uffici e studi di artisti si intesse come un
nastro attraverso, intorno e sopra le baie arcate del viadotto,
disegnato da Otto Wagner. Il viadotto stesso è una struttura
protetta e non va toccato. La struttura in tre parti interagisce
gioiosamente con il viadotto generando una moltitudine di diverse
relazioni spaziali esterne ed interne. La loro percezione è
intensificata dalla risposta del linguaggio architettonico alle diverse
velocità degli elementi strutturali. Gli spazi pubblici esterni sono animati da bar e ristoranti sotto gli archi del viadotto. |
Impianto Bmw-Di Lipsia-Edificio Centrale Lipsia, germania-2002 |
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L’edificio centrale come nodo di comunicazione. L’edificio
centrale è l’attivo centro nevralgico o il cervello
dell’intero complesso industriale. Tutti i filamenti delle
attività dell’ edificio si riuniscono assieme e si
ramificano di nuovo da qui. Questa strategia programmatica si applica
ai cicli e alle traiettorie delle persone -lavoratori(che arrivano alla
mattina e ritornano per pranzo)e visitatori- come pure per il ciclo e
il progresso della linea di produzione che attraversa questo punto
centrale-partendo e ritorna di nuovo. Questo punto focale e dinamico
dell’impresa è reso visivamente evidente nel sistema
dinamico spaziale proposto che intreccia l’intero fronte a nord
della fabbrica e articola l’edificio centrale come punto di
confluenza e culmine dei vari flussi convergenti. E’ come se
l’intera espansione di questo lato della fabbrica sia orientato e
animato da un campo di forza che emana dall’edificio centrale.
Tutto il movimento convergente sull’area è incanalato
attraverso questa camera di comprensione spremuta attraverso i tre
principale segmenti della produzione: Corpo in Bianco,
Colorificio e Assemblaggio. |
One North Masterplan Singapore-2001 |
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La possibilità di un’architettura urbana che sfrutta il
reperto ire spaziale e la morfologia delle formazioni del paesaggio
naturale è stato un tema consistente all’interno della
carriera creativa di Zaha Hadid Architects per circa vent’anni.
Effettivamente il primo momento di riconoscimento internazionale era
già informato da un’analogia produttiva con le condizione
del paesaggio, qui con forma geologica: la vincente partecipazione al
Hong Kong Peak nel 1982. La proposta per il progetto
“Vista”-per la prima volta-applica il concetto della
formazione del paesaggio artificiale all’articolazione
dell’intero quartiere urbano. I vantaggi di tale coraggiosa mossa
sono evidenti. Forte senso di identità Lo schema offre una
prospettiva urbana originale ed un panorama identificabile, visibile
sia senza che dal parco nel cuore del nuovo quartiere urbano. La ricca
diversità di piazze e viali genera un senso unico di luogo
all’interni dei vari micro ambienti. |
Bergisel Ski Jump Innsbruck, Austria 1999 | | Nel
dicembre 1999 lo studio di Zaha Hadid vinse una competizione
internazionale per un nuovo si jump sul monte Bergisel a Innsbruck.
Collocato sullla montagna di Bergisel, dominante Innsbrck, lo ski jump
è una grande attrazione. E’ parte di un progetto
più ampio dell’ arena olimpica e sostituisce il vecchio
trampolino che non rispetta più gli standard internazionali. L’opera
è un ibrido di strutture sportive specializzate e spazi pubblici
come un caffè ed una terrazza panoramica. Questi diversi
programmi sono combinati in una nuova singola forma che stende la
topografia della discesa nel cielo. Con una lunghezza di circa 90 m
e una altezza di quasi 50 m l’opera è una combinazione di
una torre e di un ponte. Strutturalmente è divisa nella torre
verticale in calce struzzo e una struttura verde spaziale, che integra
la rampa e il caffè. 2 ascensori portano i visitatori al
caffè a 40 m sopra la cima del monte Bergisel. Da qui possono
godere del panorama alpino che li circonda come pure osservare gli
atleti giù che volano sopra l’orizzonte di Innsbruck. |