Gustav Klimt

Baumgarten 1862  - Vienna 1918


 



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Favola
1883, olio su tela, 84x117, Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien
Favola - 1883 - olio su tela - 84x117 - Vienna, Historisches Museum der stadt Wien Nel 1881 l'editore Gerlach&Schenck avvio' la pubblicazione di una serie di volumi dal titolo Allegorie ed Emblemi, come repertorio di modelli. Il sottotitolo descrive bene l'intento del volume: Progetti originali dei piu' eminenti artisti moderni, insieme a riproduzioni di antichi stemmi di corporazioni, e progetti moderni di emblemi in carattere rinascimentale.

Klimt fu chiamato giovanissimo per questo lavoro (aveva 19 anni) perche' ritenuto subito, dal critico Pecht, l'erede di Makart, il pittore storicista maggiormente apprezzato all'epoca.

Klimt propone lo stesso stile accademico di Makart: grande attenzione al disegno, alla composizione, alla resa dell'incarnato secondo i canoni delle Accademie partendo dal cromatismo veneto di Tiziano, Veronese e Bassano.
La donna nuda al centro dalla pelle chiara e levigata risalta sul fondo scuro della vegetazione ed e' contornata da animali favolistici, ritratti in atteggiamenti vari quasi anedottici.

Da notare la sensualita' della fanciulla cui scivola il velo e la bravura nel rendere i particolari degli animali e della vegetazione a destra
Idillio
1884
olio su tela, 50x74,
Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien
Idillio, 1884, 50x74, oilo su tela, Vienna Historisches Museum der Stadt Wien Come l'opera precedente Favola, anche Idillio e' la versione ad olio di una tavola presente nel volume Allegorie ed Emblemi dell'editore Gerlach. Due nudi maschili, seduti su un basamento marmoreo sostengono un tondo in cui vi e' dipinta una fanciulla nuda e due puttini. Lo sfondo e' un elaborato intreccio vegetale.

I due possenti nudi ricordano chiaramente gli Ignudi di Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina e anche le figure di Annibale Carracci nella volta di Palazzo Farnese. L'idillio presente nel tondo grazie all'incarnato morbido e luminoso rimanda al cinquecento veneto e a Rubens.

L'intreccio di rami sullo sfondo invece deriva dalle opere di William Morris visibili nel volume di Owen Jones Grammatica dell'ornamento che aveva sicuramente costituito un modello per la pubblicazione di Allegorie ed Emblemi di Gerlach

Antichita' greca
- 1890 -
olio su tela, 230x230,

Vienna, Decorazione del Kunsthistorisches Museum
Antichita' greca-1890-230x230-Vienna, Decorazione del Kunsthistorisches Museum Klimt e i suoi soci dopo il successo della riproduzione del vecchio Burgtheater e della decorazione del nuovo vennero incaricati di decorare le pareti del nuovo museo di Storia dell'arte costruito nei viali della Ringstrasse, l'anello di strade ricavate dall'abbattimento delle mura medievali.

Il programma fu dettato dal direttore delle collezioni di arte applicata, Albert Ilg, che scelse rappresentazioni allusive delle varie epoche artistiche, secondo lo spirito accademico-storicista in voga in quegli anni.

A destra la Dea Atena con un peplo rosso e l'Egida dorata su cui spicca la testa di Medusa tiene nella mano destra la Vittoria alata. Un grande scudo rotondo posto alle sue spalle e' immaginato come un sole, alludendo forse alla luce del pensiero razionale di cui la dea e' simbolo.

A sinistra una cortigiana ricorda molto le donne dipinte dai simbolisti contemporanei (Khnoppf) benche' sia modellata secondo precisi riferimenti antichi.

L'interno del vecchio Burgtheater- 1888 -
Guazzo su carta, 82x92

Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien
L'interno del vecchio Burgtheater- 1888 - Vienna, Historisches Museum der Sdatd Wien Nel 1887 venne deciso l'abbattimento del vecchio Burgtheater e per mantenere il suo ricordo il governo incarica Klimt e il suo socio Matsch (La compagnia degli artisti) di eseguire due grandi riproduzioni a guazzo. Klimt era anche collaboratore dello studio di architettura e decorazione di teatri Fellner e Helmer.

L'opera rappresenta l'interno del teatro, visto dalla parte del palcoscenico, pieno di spettatori colti durante l'ingresso, alcuni seduti, alcuni in piedi. Sono circa 200 ritratti di straordinaria somiglianza frutto di molte pose dal vero e del rilievo architettonico preciso del teatro.

I palchi, le decorazioni, i lampadari sono riprodotti con grande fedelta' fotorealistica. nel primo palco a sinistra vediamo la coppia reale mentre, seduta in platea, in terza fila vicino al corridoio vestita di bianco siede l'amante dell'imperatore , l'attrice Katharina Schratt.

Klimt si dimentica di dipingere la figura del politico Karl Lueger che nel '97 diventera' Borgomastro. Il quadro viene restituito e prontamente il pittore provvede ad inserirlo. L'opera viene premiata dall'imperatore nel 1890 durante l'annuale esposizione dell'associazione artistica austriaca, il Kunstlerhaus, sul modello del Salon di Parigi.

Il pianista Pembauer
1890
Innsbruck, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum
Il Pianista Pembauer - 1890- Innsbruck, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum Dopo le decorazioni degli ambienti del Museo di storia dell'arte e del Burgtheater, le caratteristiche ell'arte di Klimt cominciano a delinearsi anche nei ritratti. L'estrema abilita' tecnica nel dipingere i volti la plasticita' illusionistica del viso si coniuga gia' con il bidimensionalismo decorativo dello sfondo e della cornice.

La realta' e' quasi fotografica nel volto con tutte le ricercatezze rinascimentali e accademiche: l'incarnato del viso e' contrastato dallo scuro dei capelli, il nero del vestito si staglia sul fondale rosso e sulla lira dorata; l'anno di esecuzione e' iscritto sullo sfondo a caratteri romani come in un ritratto quattrocentesco (ANNO DOMINI MDCCCLXXXX).
La cornice dorata e' decorata anch'essa con motivi stilizzati dell'arte greca arcaica
Sonja Knips
1898
Vienna, Osterreichische Galerie
Ritratto di Sonja Knips-1898-Vienna, Osterreichische Galerie La morte del fratello Ernst nel 1862 lo getta in un periodo di sconforto. Ne esce verso il 1895 gia' in piena maniera simbolista.

Il ritratto di Sonja Knips testimonia questa tendenza. La donna e' seduta ma in procinto di alzarsi interrompendo la lettura del libro che tiene nella mano destra, o al contrario sta per sedersi sul bordo della seggiola. Non e' al centro del quadro ma tutta spostata a destra.

Meta' della composizione e' lo sfondo scuro che esalta il candore del leggero vestito di tulle o organza che vibra insieme alle mani e ai capelli castani-rossi, come in un dipinto simbolista o in un'opera degli scapigliati. Solo il viso, girato verso lo spettatore, emerge nitido e sembra interrogarci
Nuda Veritas, 1898-99
Versione stampata su Ver Sacrum,1898
e olio su tela, 1899

Osterreichisches Nationalbibliotek, Theatersammlung
La versione grafica pubblicata sulla rivista della Secessione Ver Sacrum presenta in alto la citazione di Schefer: "La Verita' e' fuoco e Verita' significa illuminare e bruciare". Nella Versione ad olio la frase diventa di Schiller: "Non puoi piacere a tutti con la tua azione e la tua arte. Rendi giustizia a pochi. Piacere a molti e' male".
La citazione incisa su fondo oro nella parte superiore del dipinto allude certamente alle numerose critiche suscitate dal nuovo corso dell'arte Klimtiana, cui non poteva sfuggire Nuda Veritas, "con i suoi riccioli selvaggi e la bocca cattiva e fanatica". La descrizione di Hermann Bahr sottolinea il carattere demoniaco, sensuale, fatale delle donne klimtiane.

Il realismo del nudo, cosi' diverso da quelli idealizzati degli accademisti,urtava il perbenismo della societa' Viennese. Nonostante la figura non abbia un  atteggiamento provocatorio, la presenza del serpente, dello sfondo azzurro e fluido, dello specchio rivolto allo spettatore, il rosso dei capelli e del pube, caricano la donna di evocazioni inquietanti.

Lo sfondo dorato e' una caratteristica di Klimt, imparato alla scuola d'arte di Vienna e usato sempre piu' nel suo periodo d'oro specialmente dopo i viaggi a Ravenna e l'ammirazione dei mosaici paleocristiani.
Il nudo simboleggia la sensualita' che turba, il suo potere di destabilzzazione e, al contempo, l'immagine della verita' messa davanti ai nostri occhi appare minacciosa, come un'entita' difficile da controllare razionalmente o reprimere, quella che emerge dai nostri sogni e dalle nostre fantasie.

La Filosofia, La Medicina,
Giurisprudenza
1893-1907, olio su tela, distrutti nel 1945
La Filosofia: 430x300
La Medicina: 430x300
Giurisprudenza: 430x300
Il successo della decorazione del Kunsthitorisches Museum aveva fruttato a Klimt e a Matsch un nuovo incarico pubblico nel 1893: la decorazione del soffitto dell'aula magna dell'universita' appena costruita sulla Ringstrasse. Klimt doveva illustrare tre facolta': Filosofia, Medicina e Giurisprudenza

Klimt consegno' il pannello della Filosofia soltanto nel 1900 in occasione della settima mostra della Secessione. In quegli anni lo stile di Klim cambia parecchio. Non piu' il tranquillo stile storicista tanto amato dai Viennesi, ma un fluire di corpi simbolici e metafisici, non una parata dei grandi pensatori del passato ma un turbinio di forze oscure e non rassicuranti.

A sinistra una massa di corpi in diversi atteggiamenti, giovani e anziani, disperati o sereni; a destra uno sfondo punteggiato di stelle su cui aleggia un volto misterioso (l'enigma del mondo) mentre in basso spunta un volto femminile radioso: La Filosofia.

87 professori dell'universita' protestarono mentre la rivista Ver Sacrum difendeva la liberta' degli artisti.
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Giuditta I
1901
olio su tela, 84x42
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
Giuditta e' l'eroina biblica che seduce e ammazza il generale Oloferne dell'armata Assira e torna alla citta' assediata di Betulia con la testa di Oloferne in un sacco, acclamata dalla folla.(Giuditta 8,1-13,20) Come Salome'(Matteo 14,1; Marco 6,14-6,29 ; Luca 9,7), Giuditta e' il prototipo della donna fatale e assassina.

La donna cantata in molte opere contemporanee: la Salome' dei quadri di  Moreau, Klinger e Von Stuck, dei drammi di Oscar Wilde musicati da Strauss. Lo stesso quadro di Klimt venne piu' volte nominato come Salome' benche' il nome Giuditta fosse inciso ben chiaro sulla cornice dorata. Il tema di Giuditta-Salome' e' molto presente nell'arte italiana ed Europea. Da Tiziano alla Giuditta di Botticelli, alla Giuditta di Caravaggio e di Artemisia Gentileschi e di Veronese. Fino ad arriare ai pittori e al pubblico dell'800 che avevano quasi sovrapposto la figura delle due donne (Salome' e Giuditta).

Fregio di Beethoven
1902
Tecnica mista su intonaco
Prima parete: 220x630
Seconda parete: 220x1392
Terza parete: 220x1392

Vienna, palazzo della Secessione



 Nel 1902 la Secessione organizza la sua XIV esposizione Tutta dedicata alla Statua di Beethoven, appena realizzata da Max Klinger, e altre opere sul tema. 18 artisti della Secessione avevano esposto dipinti, opere murali, rilievi dedicati a Beethoven. Il musicista era molto amato dai Viennesi sopratutto dopo l'opera e gli scritti di Wagner.

L'interno del Palazzo della Secessione venne completamente ristrutturato per sistemare la mostra creando una specie di cattedrale a tre navate. A Klimt toccava la navata sinistra.

Si creava una specie di arte totale come si prefiggevano i Scessionisti. All'inaugurazione della mostra  il direttore dell'Opera di Vienna Gustav Mahler diresse un'arrangiamento di due cori dalla Nona Sinfonia di Beethoven davanti alla Statua.
Il
Fregio di Beethoven di Klimt e' l'unica opera rimasta.

Cosi' la spiega il catalogo della mostra:
Prima parete
L'anelito alla felicita'. I lamenti del debole genere umano. Le suppliche quali forza esterna, la compassione e l'ambizione quali forze interne, muovono l'uomo forte e ben armato alla lotta per la felicita'.
Parete corta
Le forze ostili. Il gigante Tifeo, contro il quale gli stessi Dei inutilmente combattrono, le sue figlie, le tre Gorgoni, Malattia, Follia, Morte. Volutta' e Lussuria, Eccesso, angoscia che rode. Gli struggimenti e i desideri degli uomini volano via in alto.
Ultima parete
L'anelito alla felicita' trova compimento nella poesia.  Le arti ci conducono fino al regno dell'ideale, dove soltanto possiamo trovare pura gioia, pura felicita', puro amore. Coro degli angeli del Paradiso.'Gioia, meravigliosa scintilla divina. Questo bacio a tutto il mondo'


Nel creare l'opera Klimt si era ispirato alla lettura della Nona Sinfonia data da Wagner nel 1846 e alle parole dell'Ode alla Gioia di Schiller, musicata da Beethoven nel celebre coro conclusivo della sinfonia. ...
CONTINUA

Ritratto di Emilie Floge
1902
olio su tela, 181x84
Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien
Le sorelle Floge erano proprietarie di un salone di moda famoso a Vienna per il quale Klimt disegno' diversi abiti, compreso quello del ritratto o come gli ampi caffetani di ispirazione orientale che egli indossava nel suo studio.
Klimt conobbe Emilie al matrimonio di suo fratello Ernst con una sorella di Emilie. Klimt ed Emilie staranno insieme per tutta la vita senza mai sposarsi.

Questa tela, molto allungata (181x84), testimonia l'incremento della parte decorativa sulla tridimensionalita' e attenua quell'effetto flou che aveva caratterrizzato la sua ritrattistica femminile, come il ritratto di Sonia Knips.
Il corpo di Emilie diventa una tessuto bidimensionale e solo le mani e la testa emergono tridimensionali. Anche lo sfondo uniforme accentua la minuziosita' del disegno dell'abito.

Un bel quadrato dorato in basso a destra reca la firma e la data dell'opera. In un secondo quadrato, verde, vi e' un monogramma.
Faggeto I
1902
Olio su tela, 100x100
Dresda, Gemaldgalerie Neue Meister
In questo paesaggio Klimt non inserisce la figura umana. La tela e' quadrata, come in molti sue quadri di paesaggio. Il ritmo verticale dei fusti di faggio e' bilanciato dall'orizzonte e dal limite superiore della tela che taglia la cima degli alberi.

La tavolozza e' composta di rossi, bruni e grigi e ogni albero e' diverso da tutti gli altri per forma e colore.
Come osserva Federica Ammiraglio "Il taglio fotografico e il carattere fortemente ornamentale dell'insieme derivano certamente dalle stampe giapponesi, che avevano gia' influenzato gli impressionisti e i loro successori, a cominciare da Van Gogh, suscitando poi un notevole interesse tra i colleghi della Secessione.
Klimt e i colleghi avevano allestito nel 1900 una mostra di arte dell'estremo oriente e i laboratori della Wiener Werkstatte avrebbero applicato con successo la tecnica giapponese della stampa a mascherina, basata su effetti positivo-negativo ottenuti grazie all'uso di sagome."
Speranza I
1903
Olio su tela, 181x67
Ottawa, National gallery of Canada
Il dipinto fu esposto alla Kunstschau del 1909 e non alla mostra personale del 1903 in quanto lo stesso Klint pensava che avrebbe sconvolto il buon gusto dei Viennesi. Anche il suo compratore, lindustriale Fritz Warndorfer, il creatore e finanziatore del Wiener Werkstatte, lo teneva coperto.

Il naturalismo di questa donna gravida non poteva non attirare critiche. Dietro di lei, figure minacciose e una specie di mostro marino testimoniano forse le forze ostili che il nascituro dovra' affrontare nella vita.

Oppure rappresentano l'ottusita' del puritanesimo della societa' contro la maternita' vista al di fuori di vincoli sociali.
Infine, osservando la chioma di capelli rossi che caratterizza la figura, attributo ricorrente della femminilita' pericolosa, osservando le tre figure sullo sfondo che ricordano le tre Gorgoni mitologiche cosi' come il nero mostro marino che fiancheggia la donna, si puo' alludere, secondo le teorie Junghiane e la psicologia del profondo, all'immagine negativa della madre che divora i propri figli, cosi' come le Gorgoni, che nella mitologia sono figlie di un mostro marino, sono personificazioni della terribile Dea Madre pre-greca
Bisce d'acqua I
1904-07
Tecnica mista su pergamena, 50x20
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
E' uno dei piu' suggestivi esempi sul tema delle ondine di tutto il movimento Jugendstil ed e' una delle opere piu' preziose di Klimt.
E' una raffinata miniatura eseguita su pergamena con aquerello, tempera, foglia d'oro e d'argento, con una cornice in argento cesellato, realizzata dal fratello Georg.

E' il trionfo del principio additivo: ogni centimetro del quadro e' riempito da elementi decorativi e simbolici. Le due donne, dal corpo magro e allungato, colte nel momento di un delicato abbraccio, con l'incarnato eburneo e la posa tipicamente Klimtiana della testa reclinata e il braccio piegato ad angolo con la mano stesa, la cascata di capelli biondo-dorati, sono piu' decorative che erotiche.

La fitta decorazione ricorda un tessuto cellulare visto al microscopio e poi rielaborato da un gioielliere. Infatti il grande anatomista Emil Zuckerkandl tenne lezioni al gruppo di artisti e intellettuali che frequentava il suo salotto (August Rodin, Otto Wagner, Herman Bahr, Gustav Mahler, Arthur Schnitzler) circa le forme artistiche spontanee che assumevano sezioni dell'epidermide o la materia cerebrale.

Il piccolo quadro, dove nell'accostamento tra le due teste dai capelli d'oro e nell'abbraccio dei due sottili corpi d'vorio, si combinano assieme fragilita' e passione e' ricolmo dell'idea della metamorfosi, dell'analogia tra forma umana e vegetale. Il gioco di ambiguita' tra figura e sfondo, tra bordo del velo e contorno del corpo, rende mutevole allo sguardo perfino la percezione delle forme, cosi' nella bidimensionalita' viene ad essre catturata una profondita' onirica.

Esposto a Roma nel 1911 col titolo Le sorelle
Le tre eta' della vita
1905
Olio su tela, 180x180
Roma, Galleria Nazionale d'arte Moderna
Una delle poche tele di Klimt conservate in Italia. E' stata premiata con medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911 e poi acquistata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna.

L'artista presenta le tre eta' della donna e della vita posizionando tre figure di donne di eta' diversa: una giovane mamma con la bimba e una vecchia. La figura della donna vecchia presenta un corpo nettamente tridimensionale rispetto alla bidimensionalita' della madre, disegnata ancora come una figura delle "Bisce d'acqua"
Le tre donne sono avvolte in una specie di bozzolo colorato mentre il resto dello sfondo e' caratterizzato da una banda nera orizzontale e uno sfondo bruno-dorato.
Ritratto di Margaret Stonborough-Wittgenstein
1905
Olio su tela, 180x90
Munchen, Neue Pinakothek
Il decorativismo geometrico riprende il sopravvento rispetto a quello organico. L'artista i ispira allo stile di Hoffmann e di Moser nelle cui realizzazioni il quadrato stava diventando predominante.
La firma di Klimt appare in un quadratino dorato ai piedi della figura.

Nello sfondo la striscia bianca orizzontale stacca la testa dal corpo come in "Giuditta I"; il volto e' quasi coronato da quella forma ondulata dello sfondo , insieme alle mani, spicca vigorosamente rispetto alla nuvola bianca dell'abito come nel "Ritratto di Sonja Knips"

L'opera non piacque alla famiglia che lo abbandono' nella casa di campagna, dove fu ritrovata in pessimo stato dal figlio della Wittgenstein
Fregio di Palazzo Stoclet
1905-1909
Mosaico
Cartoni preparatori:
L'Attesa-Il Compimento
Tecnica mista su carta
193x121 ciascuno
Nel 1904 le officine Wiener Werkstatte ricevettero la loro commissione piu' importante: la costruzione di un palazzo a Bruxelles per l'industriale Adolph Stoclet.
L'architetto Josef Hoffmann chiese a Klimt di occuparsi della decorazione della sala da pranzo. per la quale il pittore disegno' tre pannelli, realizzati successivamente a mosaico.
Ritratto di Fritza Riedler
1906
olio su tela, 153x133
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
Ritratto di Fritza Riedler- 1906 - Vienna- Osterreichische Galerie Belvedere La composizione dell'opera ricorda molto quella del Ritratto di Sonja Knips : la donna seduta all'estremita' destra del quadro, un simile abito lungo bianco e leggero e, al posto di un accenno di vegetazione e allo sfondo scuro qui abbiamo uno sfondo decorato in modo bidimensionale astratto e un'aurola moderna a incorniciare il viso. Inoltre abbiamo il motivo astratto della poltrona che ricorda finestre di un palazzo di Gaudi'.
L'abito, le mani e il viso emergono tridimensionali nello spazio estetizzante dell'artista.

Il carattere simbolista del ritrato di Sonia Knips, dove un senso di attesa era generato dall'espressione della donna e dall'atteggiamento delle sue mani, e' completamente scomparso, come pure il realismo della composizione e' stato soppiantato dalla tessitura ornamentale. (Eva di Stefano)

Verita' e fantasia, naturalezza e stilizzazione corrono lunga una sottile linea di confine. Per il critico Hevesi i ritratti di Klimt rimandano ai mosaici di Giustiniano e Teodora di San Vitale a Ravenna"con quelle punte di impossibile che fanno parte del romanticismo Klimtiano". E ancora, le dame della buona societa' viennese del tempo"Indossano abiti di oggi, e le stoffe vengono dalla moda di oggi, all'incirca. Ovvero come oggi appare in Klit. Con una graziosa inclinazione a quel giammai che per Schiller si chiamava eternita'
Ritratto di Adele Bloch Bauer I
1907
Olio su tela, 138x138
New York. Neue Galerie
Si tratta, insieme al Bacio, dell'opera piu' celebre del "periodo d'oro". Klimt che procedeva metodicamemte alla realizzazione dei suoi ritratti, eseguendo innanzitutto degli studi dal vero, realizzo' circa 150 disegni della modella, che avrebbe poi immortalato in due dipinti.

Stilisticamente , l'opera si pone sul solco dei ritartti di Emilie Floge e Fritza Riedler, ma l'artista compie in questo caso un passo ulteriore sulla via della completa fusione tra pittura e decorazione

La composizione e' simile all'immagine del ritratto della Riedler, ma poltrona e abito tendono ormai a unificarsi in una cascata ornamentale. Gli oggetti diventano indistinguibili e non c'e' limite tra il mobile e la parete di fondo, confusi in una preziosa nicchia che avvolge la figura.

Di tridimensionale e realistico rimangono soltanto il volto, il decollete' e le mani, che assumono il carattere di una diafana apparizione entro il furore dei motivi arabescati. La protagonosta e' raffigurata come una donna fatale anche per il grosso collare come in Giuditta I, prototipo della distruttrice di uomini.

L'opera, insieme ad altre 4 e' stata oggetto di decennali dispute tra la nipote di Adele Bloch Bauer, Maria Altmann e lo stato Austriaco
...CONTINUA

Il Bacio
1907-08
Olio su tela, 180x180
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
Il dipinto fu esposto alla Kunstschau del 1908 dove ebbe grande successo e fu acquistato dallo Stato Austriaco per la Galleria d'Arte Moderna.
La celebrazione appassionata ma delicata del bacio, piu' spirituale che erotica del bacio ricorda le analoghe conposizioni del Palazzo Stoclet e del Fregio di Beethoven.
I corpi sono coperti dal motivo decorativo dei vestiti, rettangoli per lui e forme organiche per lei, dal colore oro dominante. Entrambe le figure sono circondate dal solito bozzolo dorato da cui escono edere d'oro stilizzate che ltrepassando le le caviglie e le gambe di lei finiscono nella base fiorita. Lo sfondo e' bruno dorato come in altre tele.
Mani e visi e piedi assumo ancora un 'importanza notevole mostrando quei gesti amorevoli, delicati e intensi che caratterizzano le migliori opere di Klimt.
Danae
1907-08
Olio su tela, 77x83
Vienna, Galerie Wurthle
Dopo alcuni anni l'artista torna ad illustrare un mito greco. la fanciulla Danae posseduta da Giove tramutatosi in pioggia dorata.

Acrisio, re di Argo, Saputo da un oracolo che sarebbe stato ucciso dal nipote, incarcero' la figlia Danae in una prigione del Palazzo perfettamente sigillata. Zeus, innamoratosi della fanciulla la possedette trsformandosi in pioggia d'oro; Danae genero' cosi' Perseo. 
Quando Acrisio fu informato del fatto non volle credere che Perseo fosse figlio di Zeus piuttosto penso' si trattasse di Preto, suo fratello gemello che gia' in passato aveva giaciuto con Danae e con cui era in costante litigio. Acrisio decise quindi di rinchiudre Danae e il neonato Perseo in un'arca poi gettata in mare.

L'arca approdo' all'isola di Serifo dove il re Polidette allevo' Perseo in casa sua. Perseo crebbe e Polidette voleva costringere Danae a sposarlo. Per impedire il matrimonio Perseo promise di tagliare la testa a Medusa, una delle Gorgoni, e portarla al re. Aiutato da Atena Perseo riusci' nell'impresa e tornando a casa s'innamoro' di Andromeda, bellissima fanciulla incatenata agli scogli dell'Etiopia per placare le ire di Poseidone, re del mare.

Tornato  finalmente ad Argo con Andromeda e Danae, Perseo partecipo' ad una gara a Larissa proprio dove si era rifugiato Acrisio. Il disco lanciato da Perseo, per il vento  per volonta' degli Dei, colpi' e uccise Acrisio. 


Nell'elegante formato quadrato, Klimt coglie l'abbandono erotico della fanciulla tra sogno e realta'. La posizione fetale ben si inserisce nella forma quadrata. Se gli occhi chiusi e la posizione rilassata suggeriscono l'abbandono onirico, la mano leggermente contratta, il colore rosso dei capelli delle labbra e delle gote conferiscono una forte carica erotica.

La pioggia d'oro insieme alle decorazioni deli veli accentuano la sensualita'. La presenza della figura della ragazza e' dominante e la decorazione bidimensionale assume meno importanza che in altri dipinti. E' il segnale che il periodo d'oro di Klimt sta terminando

Giuditta II
1909
Olio su tela, 178x46
Venezia, Museo d'arte Moderna Ca' Pesaro
L'eroina biblica adesso appare come una fredda assassina e non piu' come una fatale ammaliatrice. Il quadro allungatissimo e' concentrato sulla figura della donna. Lo sfondo e' quasi assente e la fantasia nera del vestito acuisce la freddezza dello sguardo.

All'epoca questa versione era nota come Salome', figura chiave della societa' di fine secolo, prototipo della forza perversa della femminilita'. Scrive Federica Ammiraglio "A confermare fino a che punto la rappresentazione Klimtiana esprimesse la sensibilita' della Jahrundertwende -l'epoca di passaggio da un secolo all'altro- resta l'affermazione di Richard Strauss che considerava la nuova Giuditta una trasposizione in pittura della propria musica; ancor piu' profonda, pero', e' la vicinanza con lo scrittore francese Huysmans, che pur riferita alla Salome' di Gustav Moreau, si attaglia perfettamente al dipinto Viennese: l'autore di A rebours celebrava infatti "l'inquietante frenesia della danzatrice, la raffinata grandezza dell'assassina", "simbolo divinizzato dell'insopprimibile lussuria, la dea dell'immortale isteria"
Signora con cappello e boa di piume
1909
Olio su tela, 69x55
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
Klimt-Signora con cappello e boa di piume-1909 Nel 1909 comincia un periodo, che precede quello fioritodel 1912, in cui Klimt utilizza una tavolozza abbastanza scura e abbandona la decorativita' bizantina. I ritratti sono ambientati all'aperto, i protagonsti non sono noti, la pennellata e' rapida e sintetica.

La donna col cappello, colta in strada, in un primo piano che ne enfatizza i capelli ramati e le labbra rosse, non guarda lo spettatore. Il dipinto e' tutto giocato tra la luce del viso e i toni scuri del cappello e del boa di piume.

Forse la visione di alcune opere di Matisse presenti lla Kunstschau del 1909 hanno ispirato questa e sopratutto le seguenti opere di Klimt come Ritratto di Adele Bloch-Bauer II
Ritratto di Adele Bloch Bauer II
1912
Olio su tela, 190x120
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
Klimt - Ritratto di Adele Bloch-Baur II- 1912

Il quadro e' fortemente ispirato alle opere di Matisse viste da Klimt alla Kunstschau del 1909 organizzata dalla Secessione e dal viaggio dello stesso Klimt a Parigi nell'autunno del 1909. Lo si nota dal cromatismo acceso dei rossi dei verdi, dalle pennellate visibili, dall'abbandono delle decorazioni di gusto classicheggiante, dalla presenza di decorazioni floreali.
La Vergine
1912
Olio su tela, 190x200
Praga, Narodni Galerie
Dopo qualche anno di pausa Klimt riprende un'intensa attivita' creativa passando con quest'opera decisamente allo stile fiorito. La ragazza dorme, con la testa reclinata e le braccia sollevate, e attorno a lei si dispongono le visioni oniriche della femminilita' in un turbinio di coperte e fiori rossi, gialli, verdi e blu.

Sogno e sensualita' sono nuovamente legati come in Danae, cosi' come la circolarita' del corpo della Danae si ripete qui nella circolarita' del groviglio di corpi.
L'opera prevedeva una tela gemella :La sposa, non eseguito a causa della morte dell'artista.
Ritratto di Eugenia Primavesi
1913-14
Olio su tela, 140x84
Toyota, Municipal Museum of Art
Klimt - Ritratto di Eugenia Primavesi Eugenia Primavesi e' la moglie di Otto Primavesi, nuovo finanziatore delle Wiener Werkstette.

Continua lo stile fiorito dell'ultima parte della vita di Klimt, arrivando addirittura ad essere quasi una composizione fauve. Notiamo i colori accesi in cui spicca il giallo e la cascata di fiori rossi e celesti che compongono il vestito della donna.

Ritorna l'aureola moderna, come nel ritratto di Fritza Riedler ad incorniciare il viso della donna fino alle spalle. In realta' si trattava dello schienale della poltrona, poi modificato.
Anche qui la bidimensionalita' della decorazione fa risaltare solo il viso e le mani, unici elementi tridimensionali. Il viso, perfettamente frontale e' serio e sereno.
Le Amiche
1916-17
Olio su tela, 99x99
Distrutto nel 1945 nell'incendio del castello di Immendorf
Klimt ritorna al tema dell'amore saffico, come giĆ  in Bisce d'acqua. Le due amiche, una vestita e l'altra nuda, dolcemente abbracciate, sembrano incastonate sullo sfondo, la cui decorazione presenta varie specie di uccelli.

L'opera e' stata distrutta , come tante altre nell'incendio del castello di Immersdorf nel 1945. La tela quadrata, tagliata all'altezza delle gambe, come un piano americano cinematografico, avvicina le due protagoniste. Sopratutto la donna a destra, col turbante bianco, ci guarda un po' trasognata e un po' sfidante.

La cromia accesa del dipinto, il taglio fotografico, le decorazioni e la bidimensionlita' sono ancora influenzate dal giapponesismo e dalle opere contemporanee degli artisti fauves
Adamo ed Eva
1917-18
Olio su tela, 173x60
Vienna, Osterreichische Galerie Belvedere
In questo formato alto e stretto i due corpi sono mostrati completamete e in modo ravvicinato; tuttavia Eva quasi copre il corpo di Adamo. La posizione reclinata delle due teste sembrerebbe indicare grande tenerezza invece e' sintomo di due emozioni diverse.

Eva non sembra comuncare con Adamo, non lo tocca; si accarezza i capelli, ha gli occhi aperti e le labbra serrate, le guance rosse di trucco e non di emozione.

Adamo, gli occhi chiusi, le forme tormentate dalle forti ombre, riprese forse da Egon Sciele, e' invece sofferente e tenero nel suo tentativo d'abbraccio